Quando perdi una persona importante capisci che il dolore è la cosa più strana che tu possa provare. A volte è come se ti impiantasse un cric tra le costole e ci saltasse sopra facendo leva, altre è un filo di vento che ti scompiglia il ciuffo con l’unico scopo di ricordarti che c’è.
C’è una sola persona di cui vorrei raccontare eppure, quando stringo la penna, nessuna parola sembra all’altezza di lei che per me era Sua Altezza. Così ho preso in prestito i versi degli altri, mentre aspetto pazientemente di raccogliere pezzi per comporne di miei.
Se non arrivate in fondo non m’offendo, per scrivere ho fatto una fatica barbina: immagino valga lo stesso per chi legge.
1. Supermarket flowers – Ed Sheeran
Oh I’m in pieces, it’s tearing me up, but I know
A heart that’s broke is a heart that’s been loved
Mentre Sheeran stava ultimando Divide, la nonna di lui è mancata dopo una lunga malattia. Ed allora ha accordato la chitarra e si è messo a comporre una ballad strappacuore/lacrime ma anche strappavestiti perché trovalo uno che si mette nei panni della sua mamma che a sua volta ha perso la mamma.
Ci ha così regalato la traccia 12 del suo terzo album che io coraggiosamente skippo sempre per arrivare a quelle dopo perché questa mi taglia le gambe. Non la riascoltavo dal 2017, mi sono messa a sentirla per scrivere l’articolo e mi sono ricordata che le buone idee non hanno mai fatto parte del mio bagaglio ma, per fortuna, il mio bagaglio è sempre pieno di fazzoletti di carta. E di video YouTube il cui 90% dei commenti terminano con: I loved you so much RIP.
Sembra impossibile da credere ma, del resto, ho anche dei difetti.
2. Ghost – Justin Bieber
I miss you more than life
Ammettiamolo: oltre all’ormai inflazionato riscaldamento globale, le melodie scuotifianchi di Justin sono uno dei motivi dell’aumento delle temperature.
In Ghost, sua nonna, che è una personalità umile e di basso profilo come Diane Keaton, diventa vedova e lui allora la porta a fare serata e le regala mesi di hangover, balli di gruppo e Tinder premium per poi fare un giro al mare. Recarsi di fronte ad una sterminata distesa d’acqua salata per spargere le ceneri dell’amato mentre al largo ci sono dei delfini post-prodotti, infatti, è una delle 5 fasi del cordoglio.
Ora che ci penso, forse lo è anche l’hangover, ma nei libri d’auto-aiuto non ci sono indicazioni precise in merito.
3. Ashtrays and heartbreaks – Snoop Lion ft. Miley Cyrus
I lost some, let’s toast to one
So raise a glass to the memories
Set ‘em free and fill up all those ashtrays
Fill up all those ashtrays
A quanto pare io, Miley e Snoop Lion abbiamo letto libri d’auto-aiuto diversi.
4. Wrecked – Imagine Dragons
But everything, it reminds me of you
And it comes in waves
The way you laugh when your shoulders shook
The time you took to teach me all that you had taught
Tell me how am I supposed to move on
La cognata di Dan Reynolds è morta di cancro giovanissima e lui le ha nobilmente dedicato una canzone in grado di aprire in due chi è rimasto qui.
Il concetto è quello di una nave che si schianta sugli scogli e ci sono pezzi dappertutto solo che la nave sei tu e non sai come tenerti insieme. Devi fidarti di chi c’è perché ci sono volte che ti tremano perfino i denti e non riesci a strappare lo scotch e non ti dico cosa succede se ti metti in mano chiodi e martello, tu però hai bisogno di qualcosa a cui aggrapparti se no poi vai a fondo.
Ci sono giorni in cui funzioni, altri in cui è notte e scrivi un articolo che probabilmente ti causerà incubi per i prossimi 6 mesi ma tanto ormai l’hai iniziato e hai deciso di portarlo a termine.
5. My heart will go on – Céline Dion
You’re here, there’s nothing I fear
And I know that my heart will go on
So che questa canzone è serissima ma io ho in mente solo me che la suono con la tastiera e giuro, quest’immagine è la cosa che fa piangere più di tutte e non per la commozione: facevo pena.
6. I know you care – Ellie Goulding
Please don’t close your eyes
Don’t know where to look, without them
Now is Good è un film del 2012 e I know you care ne è la colonna sonora. Si tratta di uno dei pochissimi lungometraggi che non sono mai riuscita a guardare per intero, ha un cast pazzesco e la storia è scritta bene, però è una metaforica tote bag piena di mattoni che ti si schianta sugli zigomi una scena sì e l’altra pure.
Le parole di questa canzone, invece, sono Voltaren sui lividi.
7. marjorie – Taylor Swift
Never be so kind, you forget to be clever
Never be so clever, you forget to be kind
Il 13 è uno dei numeri importanti per TS, la tredicesima traccia di Folklore è dedicata al nonno mentre, quella di Evermore, album gemello di Folklore, ha come protagonista una cantante, Marjorie Finlay: considerato che la Swift è un dono del cielo, non mi stupisce lo fosse anche sua nonna.
Quand’è uscito Evermore eravamo ad inizio dicembre, un mese che ti urla addosso le mancanze tue e degli altri. Per me dicembre è il mese del pluriball, mi ci avvolgo e avvolgo gli affetti per paura che incappino contro le punte dell’inverno inoltrato, famiglie felici e intere mentre alla tua, d’ora in poi, mancherà sempre qualcosa.
Quest’album è pluriball: non è tutto, però aiuta.
Se volete condividere i pezzi che vi hanno aiutati a restare insieme, prometto che li tratterò con cura: tra nervi scoperti ci si riconosce.
Un bacio a testa,
-M