This is Us

This is Us: la fine

Ragazzi, capiamoci.
Nel 2020 arriva una pandemia, passano due anni pieni di lacrime e imprecazioni, finalmente si vede la fine del tunnel… e finisce This is Us?! Così non è che vada benissimo eh.
Questo non è un articolo mirato a consigliare una serie tv come solito, l’avevo già fatto nel 2017 con This is Us; oggi mi sono materializzato sui vostri schermi solo ed unicamente per commentare la fine del capolavoro che c’ha accompagnati per sei anni senza farci sentire soli nemmeno per un attimo.
Per motivi strettamente legati alla mia loquacità, questa recensione non è indicata per coloro che non hanno finito la serie, perché capirebbero meno di niente, ma soprattutto non lo è per coloro che hanno intenzione di finirla: è piena zeppa di spoiler.

 

COM’È FINITO THIS IS US

Bene. Ma anche male. Mane. Bele.
Ciò che mi è piaciuto tantissimo dell’epilogo di This is Us è che ha sostanzialmente avuto due finali: il penultimo episodio poteva essere un series finale tanto quanto l’ultimo. Ho apprezzato molto aver comunque strutturato gli episodi in questo modo: il primo dei “due finali” è doloroso, ti lascia una ferita aperta sebbene tu abbia passato le stagioni precedenti a prepararti al momento della morte di Rebecca per poi scoprirti totalmente impreparato; il secondo è una carezza come quella di Kevin a Nick, un saluto inevitabile ma dolce come quello di Toby a Kate, un abbraccio come quello di Randall e Deja.
“E’ triste, non è vero? La fine…”
“Per come la vedo io, se qualcosa ti rende triste quando finisce, dev’essere stato molto bello mentre accadeva.”

 

REBECCA E JACK

E giù di lacrime.
È nella locomotiva (caboose), prima parola dimenticata da Rebecca quando la sua sindrome di Alzheimer era ancora agli albori, che Rebecca incontra di nuovo Jack, dopo una camminata sui nostri poveri cuori nel treno dei suoi ricordi. Ho pianto dal primo all’ultimo passo, dal primo all’ultimo incontro, da William a Beth a tutti gli altri.
Rebecca e Jack terminano il loro percorso mostrandosi perfettamente complementari anche nella loro distanza. La serie è iniziata con Jack capostipite della famiglia, il genitore divertente e sempre sul pezzo, è lui che decide di portare a casa anche Randall dall’ospedale ed è lui che parla con il dottore regalandoci la famosa conversazione sui limoni; alla fine invece Rebecca prende le sue parti durante il sogno sul dottore ma anche durante la vita quotidiana con i figli. Le sei stagioni sono servite a spiegarci gradualmente che il vero fulcro della famiglia è sempre stato Rebecca, non solo da quando Jack è morto ma anche prima, quando Jack aveva problemi di alcolismo o soffriva per i genitori. Rebecca è la mamma chioccia che non riesci ad apprezzare finché non sei adulto, è mossa sempre dall’amore per la sua famiglia ed è bellissimo vedere come questo venga ripagato con la stessa moneta dai figli nel momento in cui la malattia ha preso il sopravvento.

 

I BIG THREE

È stato lungo il periodo in cui gli spettatori erano convinti del fatto che i Big Three non sarebbero mai arrivati ad appianare i rapporti al 100%: Kevin e Randall sembravano correre su binari paralleli e molti distanti e Kate non pareva avere la capacità di mediare in modo fermo due personalità tanto rigide. Eppure era così che doveva andare, ed è stato chiaro solo da quando Rebecca ha affidato a Kate le decisioni importanti in caso la malattia si aggravasse.
E’ come se i rapporti abbiano impiegato sei stagioni per spiegarsi, raccontarsi, evolversi e chiarirsi; arrivati alla stagione finale ci sembra di conoscere tutti loro come fossimo un po’ Pearson pure noi, scoprendoci sempre emozionati quando ricordiamo i passi da gigante che Kate ha fatto nel suo rapporto con la madre, Kevin con i suoi figli, Randall con sé stesso e così via. Questa serie ti insegna che non esistono relazioni perfette in partenza così come non ne esistono di insanabili.
Kate, Kevin e Randall terminano la loro corsa insieme, sebbene consapevoli che la vita sta mettendo un chilometraggio importante tra di loro. Kate ha deviato il suo percorso perché consapevole che la sua storia con Toby non poteva continuare, Kevin è tornato sui suoi passi capendo che l’amore della sua vita è da sempre Sophie, Randall e Beth sono sempre stati il punto fermo l’uno per l’altra… Tutti e tre hanno trovato la loro strada, consci di essere sempre in tempo di raddrizzarla e di poter incrociare quella degli altri in qualsiasi momento vogliano. Piango.

 

COSA CI MANCHERÀ

Per me la sesta stagione è stata una delle migliori dell’intero show perché ha dedicato spazio a tutti, compresi coloro che durante le stagioni hanno sempre avuto un ruolo marginale: Deja, Nick, Sophie, Miguel… Nessuno viene messo da parte, ed è proprio questo l’insegnamento più importante di This is Us, il tassello mancante di tutte le altre serie tv. Non ci sono protagonisti e comparse, tutti hanno il diritto di vivere, ogni giorno, il loro momento.
Non so bene quando dirlo, quindi lo dirò adesso: a me mancherà tantissimo anche sorprendermi di quanto il casting sia azzeccato per ogni personaggio ad ogni età. Seguendo diverse linee temporali è difficile azzeccare le somiglianze per ogni personaggio, così come è difficile per gli attori che devono ricoprire decenni di storia risultare credibili ad ogni età, eppure Mandy Moore sembra sia nata per questo.
E infine, di questa serie mi mancherà la purezza, la delicatezza con cui vengono descritte le cose semplici, la naturalezza nel raccontare sentimenti e rapporti interpersonali. E mi mancheranno proprio loro, ciascuno di loro.

Grazie di tutto, This is Us.

-D

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