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Perché vedere: Dickinson di Apple TV+

Siamo a fine dicembre, ho finito i film di Natale su Netflix, e a questo proposito voglio ringraziare pubblicamente Vanessa Hudgens, e ho troppo freddo per uscire.
In questo scenario comodo e accomodante, Dickinson di Apple TV è entrato prorompentemente nella mia mesta esistenza e l’ha resa molto più colta di quanto non fosse prima: non avrei detto, ad esempio, che Emily nel tempo libero ascoltasse Billie Eilish.

 

La trama


Emily è una giovane donna e scrive.
Oggi è naturale trovare nomi femminili tra gli scaffali delle librerie ma nel 1845 la situazione era ben diversa: il signor Dickinson non accettava che la penna di Emily avesse così tanto da dire e la signora Dickinson non vedeva l’ora di trovare un marito a sua figlia per liberarsi di lei in tempi brevi. La fanciulla, infatti, preferisce inventare di essere in pericolo di vita piuttosto che dedicarsi alle faccende domestiche.
Cosa ci faccia una ragazza che non ha niente a che vedere con i suoi contemporanei, nel Massachusetts di metà ‘800, è proprio quello che scopriremo insieme.
Lato mio abbiamo imparato insieme anche come si scrive “Massachusetts” visto che la doppia “T” prima dell’ultima “s” è sempre stata per me fonte di ingenti dubbi.

 

Perché vederlo


Avete presente quell’infinita mezz’ora prima che il film comincia al cinema e in cui compaiono trailer di film che probabilmente vedremo nel 3920?
Ecco, gli attori di quei film si dividono in tre categorie:
-gli attori normali
-quelli che hanno vinto un Oscar
-quelli che sono stati nominati agli Oscar ma non hanno vinto
Hailee Steinfeld, a questo proposito, è una delle interpreti più fortunate del nostro secolo: nominata nel 2010 per il Il Grinta, all’età di 14 anni, sarà una “nominata agli Oscar” per sempre sebbene negli ultimi anni abbia cantato “TE LA VOGLIO DARE A CARATTERI CUBITALI” e “non sapere di essere affamata finché non ti ho assaggiato”.
Io per lei, non provo altro che amore.
Ciò detto, la Steinfeld è credibile, molto caricaturale e funziona benissimo nei panni della Dickinson, così come reggono la scena gli altri interpreti, dalla sorella Lavinia passando per la madre di Emily resa indimenticabile dalla sempre splendida Jane Krakowski.
Oltre a questo, compare anche Zosia Mamet, Shosh in Girls di HBO, che qui interpreta Louisa May Alcott, autrice di Piccole Donne.

 

Vi dò questa notizia in conclusione “Trama” è l’anagramma del mio nome


Sentivamo il bisogno di una serie tv che raccontasse la vita di Emily Dickinson piena di anacronismi e con Wiz Khalifa che interpreta La Morte per 0,3 fotogrammi e poi “no aspetta costa troppo facciamo che si reincarna in un’ape fatta con la CGI che tutto il budget è andato via in abiti dell’ottocento?”
Assolutamente no.
Ho visto 10 puntate di Dickinson in 48 ore?
Assolutamente sì, infatti sono così debilitata che sto concludendo l’articolo citando Tiziano Ferro nel titolo di questo paragrafo.
Per capirci, le poesie sono sempre state le domeniche in piazza Duomo della mia vita: a meno che non siano strettamente necessarie, le evito con grande accortezza.
La Dickinson ha scritto in prevalenza componimenti in versi, tutti pubblicati postumi perché come già detto, essere poeta non era pratica che si confaceva ad una fanciulla di buona famiglia. Di lei sapevo pochissimo e l’avvicinarmi ad un ramo letterario da cui mi ero sempre tenuta a debita distanza è stata per me una palestra perché ho preso in mano testi che avevo sempre ignorato. Che poi, a dire il vero, è l’unica palestra che io abbia mai fatto.

Invece che con il trailer vi lascio con la colonna sonora di Dickinson, magistralmente performata dalla stessa Steinfeld, e concludo con un consiglio: quando vedete una mosca, ricordatevi di cambiare strada.

 

Un bacio a testa,
-M

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