Il re leone

Il Re Leone – receMsione

Eravamo in Finlandia, a Tampere, avevamo camminato circa 93km in mezza giornata, c’erano 16 gradi e abbiamo deciso di infilarci in un cinema alla ricerca de Il Re Leone. Non so chi di voi intrepidi si sia mai trovato in un cinema finnico ma è esattamente lo specchio delle persone che abitano nella terra dei mille laghi: cieca fiducia nel prossimo e pop corn custoditi in frigoriferi tiepidini.
A questo punto è necessario dire che:
1. Ho rimandato la scrittura di questo articolo perché cercavo un sinonimo di “frigoriferi tiepidini” ma poi ho capito che non avrei trovato un’espressione più calzante di così.
2. Mi sono resa conto di aver paragonato i finlandesi a dei frigoriferi tiepidini e mi fa così ridere che ho deliberatamente deciso di non correggerlo.
In fondo alla sala ci sono i posti doppi, quelli da primo appuntamento, quelli che ti invitano a fare LA MOSSA perché in centro manca il bracciolo e che tu voglia o no ti ritrovi a franare sulla persona che ti sta accanto, il film è sottotitolato in finlandese e in svedese, nessun intervallo e a me scappava la pipì.

 

La trama

La trama direi che ormai la conosciamo tutti.
Siamo nella savana, Mufasa e Sarabi presentano il nuovo cucciolo al branco, Scar è un malfattore alleato con le iene, uccide Mufasa facendo cadere la colpa su Simba che scappa, si nutre di larve insieme a Timon e Pumbaa e si diverte come un mattacchione tipo quelli che nei film giocano con i videogiochi h24 finché non arriva qualcuno a smontarli come un Lego, poi torna alla Rupe dei Re, Nala fa delle magie, il film finisce.
La Disney l’ha raccontato meglio e potrei raccontarlo meglio anche io ma preferisco mantenere un profilo basso.

 

Cose che succedono ma che non sarebbero dovute accadere:

Mufasa muore anche nella versione scandinava e abbiamo avuto l’ennesima riprova che tutte le persone piangono allo stesso modo: anche quelle bionde, alte e con gli occhi azzurri.
-Il film è troppo reale e mi è venuta un po’ difficile la “Sospensione dell’incredulità”, espressione coniata da Coleridge e che ti induce ad accettare il fatto che i leoni parlino e che non divorino Pumbaa in 0.1. Se nel cartone è chiaro che si tratti di un cartone, qui c’è una grandissima tendenza al vero. Per intenderci, mi è sembrato più plausibile Aladdin con Will Smith che spunta fuori da una lampada piuttosto che Il Re Leone con le regine della savana sottomesse alle iene.
-Ad un certo punto parte Spirit, brano inedito di Queen Bey che non c’entra assolutamente niente con niente. Per intenderci, è come se io decidessi tutto d’un tratto di prendere parte ad una competizione di pattinaggio artistico.

 

Cose che non succedono ma che sarebbero dovute accadere:


-Noi italiani che la smettiamo di doppiare i film così riusciamo a vederli insieme agli altri paesi e non un mese dopo
Nala posseduta da Beyoncé che canta Formation sulla Rupe dei Re, Leonesse come backup dancers, esercito, Nala si allea con Shenzi, girl power, rovesciano il governo di Scar e vivono tutti felici e Knowles-Carter.

 

Brevi considerazioni assolutamente interessanti:

Io questo remake lo paragonerei ad un pomeriggio in centro.
Passi davanti a Tiger e lo sai benissimo che non ti serve nulla però, contro ogni logica apparente, ci entri lo stesso.
All’inizio sei davvero convinta che uscirai a mani vuote, voglio solo dare uno sguardo, ti dici, ho già tutto quello che mi serve.
Ma poi ti si parano davanti un tupperware a forma di aragosta, una penna con le fattezze di un bradipo pugile e un quadernino con un gabbiano sornione e tu capisci che, in fondo, quelle cose lì le necessiti.
De Il Re Leone non ne sentivamo assolutamente il bisogno ma, una volta visto, posso assicurarvi che ci siamo subito sentite meglio.

Trovate il trailer qui sopra e, come sempre, se vi va di parlarne sono qui per voi e sono pronta a rivederlo in italiano con le voci di Elisa e Marco Mengoni.
Un bacio a testa,
-M

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