Uno dei miei più importanti criteri di scelta di una serie tv è: “quanto dura ogni episodio?”, che, tradotto e moltiplicato, fa: “quanti episodi di fila posso vedere in una sola notte?” Ecco, confesso candidamente che ho inziato a vedere Bonding di Netflix perché gli episodi durano circa quindici minuti l’uno. No, non perché la protagonista fa la dominatrix. No, non per i frustini, i collari e tutto il carnevale di Rio del latex. Ammetto che sia un plus, ma giuro di no.
La trama di Bonding
Tiffany studia psicologia e la sera arrotonda con un lavoretto. No, non la babysitter, nemmeno la cameriera. Lega uomini di mezza età e si fa chiamare Mistress May. Perché lo fa? Non sappiamo. Ci sta simpatica? Moltissimo. Poi c’è Pete, che è il suo migliore amico del liceo con cui non-si-capisce-bene-come-siano-andate-le-cose-ma-comunque. Pete è tenero, è imbranato, è gay e vorrebbe fare il comico ma ha paura del palcoscenico. E dei ragazzi. Finché Tiff non lo assume come assistente. Ma esattamente, che fa l’assistente di una dominatrice?

Perché vederlo
- Perché come dice Tiff, non si parla di sesso. Si parla di emancipazione. E non dovrebbe esserci uno stigma sociale
- Perché altro che Mr Grey, qua fanno sul serio – e nella vita saper fare un nodo resistente può sempre tornare, che ne sai
- Perché tutti amano i pinguini

Perché non vederlo
- Perché “ragazza complicata aiuta ragazzo imbranato con il sesso”non vi ricorda qualcosa? No, non è la seconda stagione di Sex Education (purtroppo)
- Perché okay che vado di corsa ma non così di corsa
- Non prima non capisci che succede poi quando lo capisci non fai in tempo ad affezionarti ai personaggi che puf, spariti, fine, ciao adios i’m done
E quindi niente, aspettando che gli stivaloni in vernice tornino di moda anche qua, vi lascio il trailer. Fatemi sapere che ne pensate (o se vi siete mai vestiti da pinguini), hasta luego!
Vostra Mistress B (oh, ma suona bene!)