Oggi posso dire di sapere una cosa nuova, da scrivere con un font carino di fianco a “un libro non si giudica dalla copertina”: “una serie non si giudica dalla trama riassuntiva che si trova su google”. Magari ve lo spiego nel prossimo paragrafo perché altrimenti mi brucio tutti gli argomenti nell’introduzione, dico solo che mi sono imbattuto nel pilot Tell me a story convinto di trovarmi di fronte quaranta minuti completamente diversi.
Info generali
“Serie tv antologica ogni stagione della quale è incentrata su diverse fiabe” è la definizione che si trova su internet di Tell me a story, la cui prima stagione è appena terminata. Ho aperto il pilot un po’ incuriosito e un po’ scettico perché convinto di assistere ad un Once upon a time 2.0: non potevo sbagliarmi più di così. E’ vero, cenni a Cappuccetto Rosso, i Tre Porcellini e Hansel & Gretel (le tre fiabe di cui “si occupa” la stagione uno) ci sono in ogni puntata, ma sono rimandi consapevoli in una storia ambientata ai giorni nostri e così dark da essere del tutto scevra dal buonismo delle favole della buona notte. Rapine, omicidi, inseguimenti, la serie è mega adrenalinica e molto cruda, perciò mi raccomando: mettete i bambini a letto prima di iniziarla.
Perché vedere Tell me a story
- IL CAST.
Lo ammetto, come una qualsiasi basic bitc* mi sono approcciato alla serie dopo aver sbirciato i nomi degli attori che vi recitano. Saranno contenti i fan di molte altre serie tv, dato che gli attori hanno quasi tutti presenziato altrove, ma soprattutto quelli di The Vampire Diaries e The Originals: Paul Wesley e Danielle Campbell sono tra i personaggi principali. Altri nomi noti possono essere Dania Ramirez, che interpreta un personaggio totalmente diverso da quello interpretato in Devious Maids, Billy Magnussen, che ha bazzicato un po’ ovunque tra Black Mirror, The Good Wife e Maniac, e James Wolk, noto ai più per il suo ruolo in Mad Men. - L’ATMOSFERA.
E’ vero, non viene raccontata una favola, ma il gioco del collegamento a quel mondo, aiutato dall’arrangiamento musicale, funziona parecchio: vi scoprirete a indossare felpe rosse con il cappuccio camminando per strada con aria innocente, ma soprattutto passerete tre quarti di ogni puntata a tentare di indovinare chi fa la parte del lupo. Senza riuscirci. - LA MORALE.
Come ogni fiaba, anche Tell me a story ha una morale.
La serie ti insegna che tutto ciò che hai imparato da piccolo non è da prendere come oro colato: i tre porcellini non sono poi così innocenti, Cappuccetto Rosso ogni tanto è un po’ zozza e il principe azzurro si può trasformare nel lupo in cinque secondi. Il finale, nella serie come nella vita, non è per forza un happily ever after e usare l’arma della gentilezza non è sufficiente ma soprattutto non è un’opzione il 92% delle volte. E poi si torna sempre a ciò che dicevo all’inizio: non si giudica un libro dalla copertina.
Perché non vederlo
- Volete conservare l’innocenza della vostra infanzia?
- Avete aperto l’articolo convinti di trovare costumi d’epoca e ambientazioni storiche?
- Quando il cast è davvero bravo e il livello di recitazione è on point non vi piace?
Se avete risposto affermativamente a una delle tre domande, questa serie non fa per voi. Però provateci lo stesso: fidatevi, vi piacerà.
Vi saluto con il trailer della stagione, sperando di avervi incuriosito!
-D