Sierra Burgess è una sfigata

“Sierra Burgess è una sfigata”: su Netflix non tutti i perdenti sono buoni

Sierra Burgess è una sfigata è un film importante, e non solo perché nel cast c’è Noah Centineo che sembra essere il re Mida della seconda metà di quest’anno solare: ovunque passa, porta like.
I più coraggiosi l’hanno conosciuto grazie ad una mistica performance nella serie tv “The Fosters“, dove ad un certo punto impersona Jesus Foster, rimpiazzando uno dei personaggi principali, ed entra in scena al grido di “Jesus ma come sei cresciuto“. Altri sono entrati in contatto con lui prima per la sua indimenticabile performance in “Havana” di Camila Cabello, poi perché su Netflix sono incappati per sbaglio in questo contenuto bruttino “SPF-18” e infine guardando “Tutte le volte che ho detto ti amo” e perdendo la testa per Peter Kavinsky.
Potrebbe sembrare che io stia dicendo queste cose senza essere dovuta andare su Wikipedia ed effettivamente è vero perché ho una predilezione per le cose che non servono.

 

La trama di “Sierra Burgess è una sfigata”


Sierra Burgess è una sfigata. Punto.
Lei è quella di cui si parla in “You belong with me” di Taylor Swift con la differenza che lei non è Taylor Swift. Non è bionda, non è magra e non si vede bella. Ha forme generose, un sacco di lentiggini e degli indomabili capelli rossicci. Un giorno, la sua acerrima nemica Veronica-bionda-magra-bella dà il numero di telefono a Jamey (Noah Centineo) che a quanto pare è il più sfigato dell’universo mondo e “che ridere pensa se uno sfigato si mettesse con l’altra sfigata ahahaha”.
Questo è uno dei tratti più fantascientifici del film, rivisitazione del Cyrano de Bergerac, perché di solito gli sfigati non sono alti 180cm e si tolgono la maglietta ogni 3 scene perché tanto hanno gli addominali ma non vivo in America, chi sono io per giudicare.
Sierra (Riverdale e Stranger Things) comincia a scrivere messaggi a Jayme fingendosi Veronica ma presto, la situazione comincia a farsi ingestibile…

 

Perché vederlo


Sierra Burgess non è una santa. Spesso nei film sulla body positivity si tende a coccolare eccessivamente il personaggio considerato diverso perché è giusto. Perché non si piace e bisogna che chi lo guarda si piaccia e quindi creiamo qualcuno che è un unicorno perché “la diversità è splendida“. La diversità è splendida, ma bisogna fare in modo che sia anche vera. Sierra Burgess sbaglia perché è umana e a me è piaciuto proprio per questo.
-Quando si guarda Veronica-bionda-magra-bella si pensa che non abbia posto per gli scheletri nell’armadio perché il suo armadio è pieno di vestiti eppure, ha alle spalle parecchie battaglie irrisolte.
In narrativa si parla di personaggi piatti, quelli che potresti appiccicare sul muro perché non hanno spessore, e personaggi a tutto tondo, quelli che si evolvono nel corso della storia. Veronica, nonostante pesi 40kg vestita da cheerleader, è tanto, tanto spessa.
-A me è piaciuto e, se lo guardate e non vi piace, potete rinfacciarmelo per praticamente sempre.

 

In conclusione


Si parla di catfishing, slut shaming e body shaming, si parla di un’amicizia che è apparentemente impossibile, di errori, di corpi che ci appartengono anche se forse non vorremmo che ci appartenessero e d’accordo, c’è un sacco di fantasy perché alle volte, specialmente sul finale, ci sono delle scene che vi faranno afferrare il telecomando chiedendo ai presenti “MA STA SUCCEDENDO PER DAVVERO” ma sarete contenti di averlo visto.
Se non perché ve l’ho detto io, fatelo per Noah Centineo.

Vi ringrazio per l’attenzione e aspetto vostre notizie.
Un bacio a testa,
-M

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