Scrivo questa receM come i testimoni di nozze a cui viene chiesto di fare un brindisi durante il ricevimento, quando devi misurare le parole per non sconfinare in terreni scomodi per lo sposo e la sposa o per lo sposo e lo sposo o per la sposa e la sposa.
A me a dire il vero di fare un discorso non l’ha detto nessuno ma:
-per due ore e mezza mi sono sentita testimone di nozze, anche quando nessuno si stava sposando
-e poi
iAmalsoaWe
Ve lo confesso, io nella trama orizzontale mi sono persa perché tutto ciò che suona vagamente scientifico (anche se poi non lo è per nulla) funziona per me come un deterrente: io quelle cose lì non le capisco e non c’è verso che le capisca. Poi però qualcuno ama qualcun altro e all’improvviso ritorno nella storia: i baci giuro, li ho capiti tutti.
Il Sense8 finale è stato richiesto a gran voce dopo la cancellazione della serie da parte di Netflix proprio dopo un cliffhanger spaventoso. Ci è stato dunque regalato un mega episodio da 2.30h di cui nemmeno un minuto sembra essere fuori luogo.
Ci sono un paio di cose che a parer mio potevano essere gestite diversamente, come la poca presenza di Lito e il poliamore tra Rajan, Wolfgang e Kala ma sono cose che un testimone di nozze non direbbe mai.
Amor vincit omnia
A me capita a volte di trovare tutto perfetto, sono tre secondi uno in coda all’altro in cui capisci che va bene così, che non vale la pena continuare ad affannarsi perché tu ci sei e perché magari c’è il sole, il pullman è fermo al semaforo e a te viene da sorridere.
Succede circa 2 volte all’anno ma quando succede mi sembra che la strada mi abbia portata proprio lì, tra milioni di cose scomode e centinaia di cose sbagliate, solo perché io potessi ricordarmi che la perfezione esiste.
Non sono perfetta, sono tutto fuorché perfetta perché gli attacchi di panico, la r moscia, i parcheggi a esse, ma mi sembra di esserlo quando sono con le persone giuste, quelle che mi fanno sentire come se insieme non esistesse niente che non funziona.
Lascerei da parte l’orgia della scena finale perché le mie persone sono giuste ma non ci siamo spinti a tanto, ma le scene sul treno, in macchina e sul van mi hanno fatto capire la fortuna che abbiamo.
La fortuna che parte una canzone che conosciamo e la cantiamo mentre gli altri non capiscono che non cantiamo solo la canzone.
Cantiamo che quella volta al concerto eravamo appena state lasciate ma noi c’eravamo, cantiamo un sorriso mancato e cantiamo quella tesi di laurea che ci ha tenuti svegli di notte.
E’ questa la magia di Sense8, l’unire quello che sembra distante perché ci siamo dentro e una volta che sei qui se resti sola impazzisci.
Ognuno di noi è speciale a modo suo, perché si sa rianimare da solo, perché trova la canzone giusta o perché parcheggia in una manovra sola.
Ricordiamocelo a vicenda: è così che si resta felici.
Un bacio a testa,
-M