La storia di Hannah Baker e delle sue cassette ha spopolato e ci ha tormentato/conquistato lo scorso anno. Questo 2018 ha invece accolto il seguito della terribile scelta della Baker, in un mix di flashback, polaroid, stranezze, emozioni e contraddizioni che mi fanno commentare il tutto così:
Questo perché ci sono motivi per vederlo ma anche motivi per non vederlo, motivi per essere entusiasti e motivi per staccarsi le braccia e buttarle per terra.
LA TRAMA
Molto brevemente: il suicidio di Hannah dà il là ad un processo dei Baker contro la scuola più menefreghista e piena di personalità problematiche di questo pianeta. Quello che sembrava un tentativo di fare giustizia per la sola Hannah, si trasforma poi in una vera caccia a quella faccia da schiaffi di Bryce Walker. Una figura misteriosa, infatti, comincia a lasciare in giro polaroid sconcertanti che svelano la serialità delle azioni di Bryce. E con “in giro” intendo a Clay, perché non sia mai che questo poveraccio venga lasciato in pace.
PERCHÈ VEDERLO
- Perché potrete assistere all’interessante evoluzione di alcuni personaggi. In testa Clay, Alex e Zach, senza però dimenticare Justin e Jessica. Non c’è ombra di dubbio sul fatto che alcuni dei personaggi, anche tramite i ricordi portati in scena, svelino nuovi tratti di sé e facciano un po’ da traino alla narrazione stessa.
- Al tempo stesso la seconda stagione genera ed approfondisce nuovi legami tra i protagonisti. L’amicizia tra Clay e Justin, pur piena di contrasti, così come quella tra Zach e Alex, sono senza dubbio dei punti di forza.
- Perché Kate Walsh è immensa e rende davvero giustizia alla disperazione di Olivia Baker.
- Perché il counselor Kevin Porter incanalerà la rabbia e la frustrazione vostra e degli altri personaggi.
- Per il tentativo di puntare gli occhi sul dramma della violenza sulle donne e di affrontare l’argomento dal punto di vista intimistico e non generico, mettendo in scena il percorso di elaborazione di Jessica.
- Perché Clay sviene facendosi un tatuaggio ed è una delle cose più carine mai viste.
- Perché Brandon Flynn è e non può non essere.
PERCHÈ NON VEDERLO
- Perché la carne al fuoco è tanta e non è solo carne di manzo (anche se qui i manzi scorrazzano liberamente). Purtroppo tra droghe, bullismo, violenza, suicidio, giustizia, fantasmi, depressione e alto ancora, la seconda stagione sembra fare il passo più lungo della gamba. Alcuni argomenti, come già detto in riferimento a Jessica, riescono a trovare un loro spazio e compimento. Altri, diventano note a margine. Forse troppe tutte insieme.
- Perché se gli episodi fossero stati la metà sarebbe stato meglio. Tutto troppo diluito con storie che sembrano inventate ad hoc per quadrare i conti.
- Il finale. Non voglio spoilerare niente a nessuno, ma una volta che lo vedrete concorderete con me che una persona normale se la sarebbe data a gambe invece di rimanere lì impalata.
- Perché il personaggio di Chloe vi farà saltare i nervi.
- Perché il padre di Bryce vi farà saltare i nervi.
- Perché il fantasma di Hannah vi farà saltare i nervi.
- Perché vi salteranno continuamente i nervi.
- E infine, la cosa più importante: perché Clay si sfracellerà con la bici, farà casini a destra e a manca, sbraiterà e sbatterà porte a non finire, ma non appena chiederà una macchina, gli verrà comprata. Ed io pacca sulla spalla e tessera dell’Atac. Non lo accetto.
In conclusione il mio giudizio è di vederla, ma con riserve. Di comprendere gli intenti e i tentativi, ma anche i fallimenti. E di ragionare sul fatto che forse una season 1 poteva bastare, ma va bene, il processo era una parte importante della storia. Ma chissà che ne sarà, a questo punto, della terza stagione che uscirà nel 2019…
– Fran