“Scrivere di film da Oscar senza alcun merito cinematografico” sarebbe il nome di questa rubrica, semmai in Emmefromtheblock dovessero comparire delle rubriche.
Quando mi approccio a pellicole che non ospitano nemmeno un teen idol (Sebastian Stan, marito di Tonya Harding in Tonya, era in Gossip Girl ma ha fatto soffrire Serena Van der Woodsen quindi ho deciso di escluderlo dalla categoria) mi trovo sempre in difficoltà: le opinioni le ho, ma sono forgiate da anni e anni di The Hills e film con Hilary Duff e non sono certa siano attendibili.
Prima di tutto Tonya, a differenza di Tomb Raider, non è un film “ma cosa c*zzo”, ha ricevuto tre nomination agli Oscar, e Allison Janney, l’attrice che interpreta la madre di Tonya, si è portata a casa la statuetta come “miglior attrice non protagonista”.
Il film è uscito l’8 dicembre 2017 in America ma noi, siccome sappiamo che l’attesa del piacere è essa stessa il piacere, abbiamo aspettato fino al 29 marzo 2018 per poterlo vedere: grazie sistema cinematografico, è molto maturo da parte tua.
La trama
Il film è tratto da una storia vera.
Tonya Harding (Margot Robbie) ha una madre cinica e ossessiva (Allison Janney), si approccia al pattinaggio perché spinta dalla sua genitrice e, a bordo pista, conosce Jeff Gillooly (Sebastian Stan). Lo sposa per scappare di casa nonostante lui sia violento e… e poi non so se conoscete la storia ma non voglio spoilerarvi nulla quindi procedo per parole chiave: spranga, processo, telecamere.
Perché vederlo
-Imparerete che la Harding è stata la prima americana a portare a termine un triplo axel
-Margot Robbie pazza, secondo me, è ancora meglio di Margot Robbie non pazza.
-E’ impossibile annoiarsi
–Tonya si veste malissimo, si pettina malissimo perché faceva tutto da sola e per quanto si possa essere splendide è un casino far bene tutto, da sole
-E’ tratto da una storia vera ed è uno scorcio molto interessante su quello che era l’America a cavallo tra gli anni 80-90. Ora è simile ma peggio: ci sono anche anche i social
-Il film ha avuto la benedizione dalla vera Tonya Harding
-Credo di aver superato il numero socialmente accettabile di volte in cui si può scrivere il nome “Tonya” all’interno di un articolo
Cose da dire se lo vedete con gli amici e volete fare quelli che ne sanno di più

-“Sai che la mamma di Hayley Kiyoko ha allenato la Robbie per questo film?”
Sarah Kawahara ha coreografato le performance di Margot in Tonya. “Chi diavolo è Hayley Kiyoko”, direte voi, e io vi consiglio il video di Curious con il suggerimento di provare a cantare il ritornello con la stessa velocità a cui lo canta lei mentre ballate abbigliati in modo opinabile.
-“Pazzesco questo mockumentary”
“Mockumentary” è uno di quei vocaboli che non esistono. Come “brunch”, è una parola macedonia composta da nomi che teoricamente non hanno nulla a che vedere tra loro. In questo caso troviamo il verbo To Mock (prendere in giro, fare il verso) e Documentary (documentario). Si tratta quindi di un documentario che ha dei chiari intenti parodici.
-“Sai cosa ti dico? L’idea di rompere la quarta parete mi ha davvero affascinato”
Se un attore, in un film o in teatro, guarda in camera e si rivolge al pubblico, sta rompendo la quarta parete, quel muro invisibile che si frappone tra palcoscenico e platea. Qui la quarta parete viene infranta di continuo soprattutto durante le numerose scene di violenza domestica.
-“Sono proprio contento di aver letto questo articolo su Emmefromtheblock”
Questo ovviamente non c’è bisogno di dirlo: se l’avete pensato anche solo per un secondo, per me vale come una nomination dell’Academy.
Se doveste vederlo, se l’avete già visto o se vi andasse di parlare delle acconciature di Margot Robbie AKA Tonya Harding, sapete dove trovarmi.
Un bacio a testa,
-M