Tendo sempre a leggere i libri prima di andare al cinema, non libri a caso ovviamente, ma il libro da cui è tratto il film che andrò a vedere che ok che sono particolare ma alle volte faccio le cose con criterio. Con Wonder non è successo e mi sono ritrovata in sala con poche idee in merito.
Si tratta del primo romanzo di R.J. Palacio e la trasposizione cinematografica è stata curata da Stephen Chbosky, uomo dal cognome impronunciabile che, tra gli altri, ha diretto e sceneggiato Noi siamo infinito e che ha sceneggiato La Bella e la Bestia e Rent (musical preferito di me medesima).
La trama
Augustus Pullman (Jacob Tremblay) è affetto dalla Treacher Collins syndrome, ha subito 27 operazioni chirurgiche affinché potesse avere una vita normale e, dopo essere stato educato a casa, i suoi genitori (Owen Wilson e Julia Roberts) decidono di mandarlo in una vera scuola media. Un incubo per il 98% dei bambini un po’ speciali, figuriamoci per chi, come Augustus, porta sul viso i segni di una vita in ospedale.
Oltre a due genitori che lo amano, Auggie ha una sorella, Olivia (Izabela Vidovic aka “quella-antipatica-in-The-Fosters“), che tutti chiamano “Via” e mi ha fatto molto ridere che una bambina si chiamasse Via perché ok dai, si chiama Via.
Perché vederlo
-Il cucciolo in questa gif somiglia tantissimo ad Harvey di Sabrina vita da strega ed io ho gioito moltissimo.
-E’ un film di Natale anche se di Natale non ce n’è granché. C’è un sacco d’amore e, dove c’è un sacco di amore, ci saranno un sacco di lacrime e di nasini da soffiare.
-Sono presenti milioni di riferimenti a Star Wars.
-La musica è molto molto carina e il cast è molto molto bravo.
–Se lo guardate al cinema potete non leggere i libri Se lo guardate al cinema potete anche leggere i libri e capire se ci sono differenze sostanziali.
-Probabilmente canterete Wonder di Emeli Sandé e Naughty Boy senza alcuna ragione apparente.
Considerazioni non richieste
In questo film nessuno ha paura, o chi ha paura, si mette subito in gioco per sconfiggerla. I genitori non hanno paura di parlare come i genitori dei film (“vieni qui campione“, “certo che ti voglio bene, sei mio figlio“) e i ragazzi non parlano, esattamente come i ragazzi nella vita vera, quando prima di un “ti voglio bene” prendo a pugni chi ti dà fastidio, pranzo con te anche se dicono che hai la peste e vengo a casa tua anche se forse sei contagioso.
Immaginate Wonder come quel momento tiepido al mattino quando, prima di mettervi i vestiti per affrontare la giornata, restate in canottiera per un paio di secondi e vi accorgete che qualcuno in famiglia vi ha messo la maglietta sopra il calorifero.
Io vi lascio con la colonna sonora del film, è cantata da Bea Miller, nona classificata alla seconda edizione di X Factor USA nel 2012.
Se aveste letto il libro, visto il film o se semplicemente vi andasse di dire una cosa che non c’entra nulla, sappiate che vi risponderò più che volentieri.
Un bacio a testa,
-M