The 100

Perché vedere: The 100

Avete presente quei giochi di sguardi in metropolitana, quelli che vi fissate, un sorriso e poi finisce che uno dei due scende ignaro dei sentimenti dell’altro che metterà la dignità da parte e scriverà su SPOTTED?
Con The 100 stava andando esattamente così, io lo guardavo su Netflix, lui mi guardava da Netflix finché non ho preso il coraggio a due mani e ho scritto su SPOTTED Twitter: vale la pena imbarcarsi in un viaggio lungo 4 stagioni da 16 puntate l’una?
Gli scleri di una fangirl mi ha risposto immediatamente e, siccome sono qui a scriverne, sapete com’è andata a finire.

 

La trama

100 ragazzi, un po’ criminali e un po’ no, vengono spediti sulla terra da una stazione spaziale. Per anni l’aria del nostro pianeta è stata irrespirabile a causa di radiazioni e i giovani virgulti si ritrovano in America a saggiare il terreno.
Immaginate cosa potrebbe succedere se si inviassero fanciulli da sempre costretti in celle, sorvegliati a vista da guardie e genitori, in un luogo sterminato e senza occhi indiscreti.

 

Perché vederlo


-“Lo faccio per il mio popolo“. Arriverà un momento in cui, influenzati dalla protagonista Clarke Griffin, risponderete con questa affermazione a qualunque domanda da “sei sicura di volere il bis” a “perché hai mangiato l’ultima fetta di torta“. Non preoccupatevi, è successo anche a me.
L’empowerment. Immaginate un numero, moltiplicatelo per il sedere di Nicki Minaj e sottraetelo al numero di canzoni in cui Taylor Swift dice di voler bene a qualcuno (ndr. sono molto poche). Ora che dovreste aver ottenuto una grandezza a 8392 cifre, avete idea del ruolo che le donne ricoprono all’interno dello show.
Le ship. Non vi anticipo nulla ma soffrirete. Riderete. Piangerete. Piangerete. Piangerete.
Il trucco. Se non siete capaci di mettervi l’eye-liner potete sempre dire “l’ho imparato dalla make up artist del comandante”: nessuno oserà contraddirvi.
Addominali. Non ce ne sono tanti ma quelli che ci sono valgono la pena.
-Diventerete madrelingua Trigedasleng

 

Perché non vederlo


Il dottor Burke. Sì, è anche qui e sì, non lo perdono ancora per aver trascinato Cristina Yang in quel turbine di menzogne dovute all’operazione al braccio PRESTON IO NON DIMENTICO.
Vivono tutti nello stesso posto, sono sempre vestiti uguali, alcuni hanno i capelli puliti e altri no. Mi rendo conto che non è motivo di discriminazione ma che chi abbia il bagnodoccia lo condivida con gli altri vi prego.
Si picchiano tantissimo e quasi mai si fanno male sul serio. Io una volta mi sono tagliata con la carta e ho rischiato di perdere una mano, questi si sparano un giorno sì e l’altro anche eppure sono dei fiorellini di campo.

 

Una cosa che cambierà la vostra visione del mondo


Io da quando l’ho scoperto ho smesso di prendere la serie sul serio quindi se ancora non l’avete iniziata correte pure a tirare le conclusioni perché vi giuro che questa cosa è così sconvolgente da cambiare tutto.
Ricordate quel pazzesco telefilm in onda su Disney Channel, quello che parlava di 5 amiche che stavano in pigiama e andavano a scuola con una divisa che pareva un pigiama?
Ecco, la Clarke di cui si parla in The 100 è proprio una di loro.

Ditemi se fa ridere anche voi o se sono io che ho delle difficoltà ad uscire dall’adolescenza.

 

In conclusione


Di solito non bingewatcho nulla perché non ne ho il tempo, il caso ha voluto che non avessi tempo nemmeno questa volta ma che io abbia deciso di inventarmelo finendo col vedere cospiratori che cadono dagli alberi e trappole sui marciapiedi: praticamente vivo gli Hunger Games da quando l’ho cominciato.
Seguitelo sì, ma con parsimonia.
Carino ma c’è un momento in cui credo che gli autori abbiano un po’ esagerato, colpendo al petto la storia. Ci sono serie tv che hanno un red wedding, serie tv in cui si ha la morte di McDreamy e serie tv in cui succedono cose che non vi dico se no spoiler.
Se invece l’avete già visto, sono qui con voi.
Un bacio a testa,
-M

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