Un articolo su American Horror Story l’ho già scritto, ma Ryan Murphy e Brad Falchuk l’hanno fatta così grossa che basta, adesso ne scrivo un altro. Ok, forse non è proprio così: tra luglio e ora può essere che sia andata in onda la settima stagione ed è altrettanto probabile che mi sia piaciuta così tanto che non posso soprassedere.
Facendo finta di non essere un pigro patologico vi elenco qui tutto ciò che dovete sapere riguardo AHS risparmiandovi la fatica di cliccare sul link a metà articolo:
– AHS è una serie antologica, ciò significa che gli attori sono più o meno gli stessi ma interpretano ogni anno personaggi diversi in ambientazioni e tempi storici diversi
– i registi della serie sono gli stessi che c’hanno regalato Glee, Scream Queens e The New Normal e che ci stanno tutt’ora regalando American Crime Story e Feud
– le prime sei stagioni dello show sono ambientate in una casa, in un manicomio, in una congrega di streghe, in un circo, in un hotel e in una colonia: per saperne di più, mi spiace vi ho mentito, dovete cliccare sul link a metà articolo.
LA TRAMA
Ovviamente non vi spoilererò il contenuto delle 11 puntate andate in onda in America tra settembre e novembre, mi limiterò a incuriosirvi, come ha fatto con me Ryan Murphy per tutta estate con un’incessante campagna promozionale e una quantità di teaser trailer così ingente che se provo a contarli finisce che mi incarto di sicuro e decido di non contarli più.
La prima puntata di AHS Cult (“Setta”) si apre la notte del 9 novembre 2016, con il discorso presidenziale di Trump appena dopo la sua vittoria alle elezioni: un incubo per molti (tra cui Ally, Sarah Paulson), un sogno per altri (tra cui Kai, Evan Peters). Da quel momento le fobie di Ally, sposata con Ivy e madre di Oz, prendono il sopravvento e la comparsa di una setta di clown che semina il panico in città non fa che gettarla nel baratro.
Molti dei teaser di cui vi parlavo raffiguravano non soltanto clown ma anche api: ciò non si ferma alla semplice apifobia di Ally (affiancata alla coulrofobia e alla tripofobia), ma è una perfetta metafora per indicare i membri della setta che lavorano nel loro covo pronti a colpire.
IL CAST
L’avete riconosciuta, sì: è Chanel numero 3. Il cast quest’anno vanta, tra i regular, di:
– Sarah Paulson, per il settimo anno di fila;
– Evan Peters, per il settimo anno di fila;
– Billie Lourde, new entry, Chanel numero 3 di Scream Queens;
– Cheyenne Jackson, che l’anno scorso interpreta un produttore cinematografico e in Hotel il proprietario del Cortez;
– Alison Pill, new entry.
Ci sono poi molte guest star, presenti alcune per un solo episodio, altre per quasi tutti:
– Billy Eichner;
– Colton Haynes, Roy Harper di Arrow;
– Leslie Grossman, Mary Cherry di Popular;
– Emma Roberts, che torna dopo essere stata regular nella terza e quarta stagione;
– Lena Dunham, attrice e sceneggiatrice di Girls;
– Mare Winningham, presente in tutte le altre stagioni tranne Roanoke;
– Francis Conroy, presente in tutte le altre stagioni tranne Hotel e Roanoke;
– Adina Porter, per il secondo anno in AHS dopo Roanoke.
PERCHE’ VEDERLO
– Il punto di forza di Cult è che non è assolutamente politico, sebbene le premesse lo suggerissero: il tema centrale non è la politica di Trump e tantomeno la guerra tra sette affiliate a partiti politici diversi, quanto la capacità di un leader di fare il lavaggio del cervello ai propri seguaci fidelizzandoli a livelli estremi con conseguenze catastrofiche. Dopo aver visto questa stagione i mignoli legati della gif qua sopra assumeranno un significato tutto loro.
– L’horror del titolo della serie con Cult assume un significato nuovo: è un’ansia più psicologica rispetto alla classica paura che incute un film horror o semplicemente altre stagione dello show, il nocciolo di Cult sta nella paura della paura stessa.
– La sigla. Nell’articolo su AHS v’avevo parlato di quanto belle siano le sigle ogni anno. Quella di Cult, insieme a Freak Show, è in cima al podio secondo me.
– Quando Ryan Murphy ha citofonato ad Evan Peters per il settimo anno consecutivo gli ha detto di prepararsi perché sarebbe stato il ruolo più impegnativo della sua carriera in American Horror Story: è così, e la sua performance è decisamente degna di nota.
– Chi ama i riferimenti tra una serie e l’altra resterà molto soddisfatto: un personaggio di Freak Show si rifà vivo in Cult.
PERCHE’ NON VEDERLO
– Se siete fan del sovrannaturale sappiate che in Cult non ce n’è nemmeno l’ombra.
– Vi piace l’horror più classico, buttatevi su altre stagioni, come Murder House o Asylum.
– Se una volta letto l’incipit avete subito iniziato a fantasticare su una serie horror ambientata nella Casa Bianca, Cult non soddisferà le vostre aspettative.
Nota a margine: inizialmente ero un po’ confuso riguardo ciò che provassi per le prime puntate di Cult, non mi convincevano, un po’ perché le trovavo ripetitive e un po’ perché si capiva poco. Dalla quarta in poi hanno iniziato ad arrivare le spiegazioni e sono quelle ad avermi fatto capire che la stagione mi stava piacendo e anche un casino.
Vi saluto con il promo della settima stagione di American Horror Story: let’s join the Cult!
–D