Dua Lipa

The Self-titled tour di Dua Lipa a Copenhagen – receMsione

Il concerto di Dua Lipa ci è capitato senza che ce ne rendessimo conto, il fato ha voluto che sia noi che Dua ci trovassimo nella stessa città nello stesso momento, entrambe ce ne siamo accorte con largo anticipo in modo da darci il tempo di organizzare un tour e di comprare i biglietti per lo stesso, e poi ci siamo incontrate all’Amager Bio, una sala più grande del Tunnel vicino alla stazione Centrale (è un locale, non il ponte sotto cui passano le macchine vi giuro) e un po’ più piccola del Fabrique, per intenderci.
Siccome non avevamo calcolato che eravamo in Danimarca e che anche le teenager sono alte circa 293cm, saliamo al piano di sopra insieme ai genitori delle teenager fingendo di averne accompagnata una, al piano di sotto non vedevamo nulla.
Non avevamo nemmeno calcolato che a Copenhagen fa freddo e che nei locali fa caldo, quindi tutte in crop top mentre io ed Eleonora sembravamo due scappate di casa con le mani gelate e attorniate da padri di famiglia che parlavano in danese: non potevamo chiedere di meglio.

 

Il pre-concerto

Partiamo con poche, pochissime pretese. Praticamente con la stessa voglia che aveva la ragazza di imparare la coreografia di cui sopra.
Avevamo camminato circa 20km, la Sirenetta è bruttina e pioviggina. Dua, che ricordiamo essere nata il 22 agosto 1995, è stata un mio case study per lungo lungo tempo. Dopo aver analizzato molte più foto di quante avrei dovuto, ho deciso di inserire “scoprire se gli addominali di Dua sono veri” nella mia bucket list le cui voci sono nobili da quando ho cominciato ad averne una. Si spazia da “Urlare -Libertà- durante Notre Dame de Paris insieme a Lola Ponce LIVE” a “imparare a fare i complimenti per davvero“.
Ad oggi so fare i complimenti, ho gridato con Lola e posso giurarvi che quegli addominali che sembrano usciti dal mito della caverna di Platone sono reali, forse forse un po’ di countouring c’è, ma la base è decisamente buona.

 

Il concerto

Il concerto non parte bene.
C’è una band spalla e non sapevamo ci fosse una band spalla, e ok. Gli Off Bloom suonano per una mezz’oretta, molto meglio live che su Youtube. Dua Lipa e la sua band, sono 4 in totale, arrivano alle 21.02, e lei non sembrava avesse tanta voglia di essere lì. Comincia legnosa e per forza che ha dei muscoli che non esistono, praticamente per le prime 4 canzoni muove solo quelli. Certo, canta anche, però sembra più concentrata a ballare per finta.
Per intenderci, la situazione era simile a questa qui: Su Last Dance c’è una specie di Epiphany, la stessa di cui parla Joyce in The Dubliners anche se sono quasi certa che James non avesse mai sentito questa canzone live: c’è il primo hair flip.
Non solo Dua Lipa fa roteare i capelli come solo quelle belle sanno fare, ma lo fa pure in slow motion: Da lì in poi ricordo solo la perdita totale della dignità con lei che canta, Eleonora stropicciata in un angolo perché distrutta dai 20km ed io che non so bene cos’ho fatto perché le parole non le sapevo proprio tutte tutte tutte, però giuro che il concerto mi è piaciuto molto molto più di quanto avrei potuto immaginare.

 

Il post-concerto

Sul finale a momenti camminava sulle acque sul serio. Interagisce col pubblico, e non mi sembra proprio il tipo da interagire col pubblico, ride, chiede di fare i cori insieme a lei.
Poi ok, la canzone di chiusura era New Rules che Dua Lipa se ne va, palco vuoto, parte Dance with somebody che è un po’ come Sorry di Justin Bieber e che quando inizia la devi cantare, per forza. Tutti ballano a caso, dei ragazzi nel parterre si lanciano i brillantini che gli si appiccicano addosso perché erano nel parterre e quindi un po’ appiccicavano anche loro e ridono.
Vi lascio con Last Dance in cui Dua si muove un po’ scoordinata ma con classe:

Che sia chiaro, Dua Lipa non è Beyoncé e non è di certo Lady Gaga però è ancora piccina e, se va avanti così, sono sicura che potrebbe arrivare lontano.
Sono anche la stessa che ha predetto un’uscita del VSFS sulle note di Work From Home: sta a voi decidere se darmi fiducia o meno.
Un bacio a testa,
-M

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