Katy Perry.
Witness.
Mi piace? Non mi piace?
Credo di non averlo capito.
Mi spiego meglio.
Come in ogni progetto ci sono cose che mi sono piaciute di più rispetto ad altre, ma in questo caso specifico mi trovo a nuotare in un mare di confusione e disperazione cercando di arrivare sano e salvo sulla terra ferma prima di impazzire.
Mi spiego meglio.
Al primo ascolto ero molto più dubbioso rispetto a dove mi trovo adesso. Poi ho avuto la brillante idea di riascoltare Prism (2013) e molto lentamente una mezza idea sono riuscito a farmela.
Witness è uno di quei progetti che richiedono una notte di sonno e decisamente più di un ascolto per essere giudicati onestamente.
Ma andiamo nel dettaglio.
Il Concept
Il concept dell’album che viene anticipato dalla copertina (che non mi fa impazzire) in stile David Bowie, di per sé lo trovo geniale.
Durante un’intervista da Jimmy Fallon, la Perry ha spiegato il significato che si cela dietro l’occhio posizionato all’interno della bocca, dando una risposta implicita anche a chi si chiedeva il significato del titolo dell’intero progetto, Witness:
La musica mi ha permesso di viaggiare, di rieducare la mia mente e ha cambiato la mia prospettiva su molte cose. Le mie esperienze e la mia consapevolezza provengono dalla mia voce ed è attraverso la mia voce che vedo. Solo così riesco ad essere vostro testimone, come solo così voi riuscite ad essere i miei. Ecco perché l’occhio è all’interno della bocca.
I singoli
Tra singoli promozionali e singoli ufficiali, prima della release dell’album abbiamo potuto ascoltare Chained to the Rhythm con Skip Marley, Bon Appétit con i Migos e Swish Swish con Nicki Minaj.
Sempre durante l’intervista con Fallon, riguardo i singoli, Katy ha detto:
Questo album rappresenta la liberazione a 360 gradi. Chained to the Rhythm rappresenta la liberazione politica, Bon Appétit la liberazione sessuale e Swish Swish rappresenta la liberazione da tutte le negatività di cui non abbiamo bisogno nella nostra vita quotidiana.
Personalmente, la scelta di rilasciare gli unici feat. contenuti all’interno dell’album come singoli la trovo molto discutibile. Poteva essere una mossa di marketing accettabile per il primo singolo, ma mi avrebbe fatto piacere vedere la Perry non affiancata da nessun altro almeno in una delle tre tracce rilasciate. Credo perda un po’ del messaggio dell’intera era.
La promozione
Anche la promozione mi ha stupito molto.
Per Chained to the Rhythm le palle da discoteca sparse in giro per il mondo, per Bon Appétit l’esposizione artistica al Whitney Museum e per Swish Swish la performance durante la serata di chiusura di SNL.
Il giorno di uscita dell’album, invece, tutte e 15 le tracce contenute sono state postate sul canale YouTube dell’artista dando la possibilità di ascoltare a tutti l’intero progetto e, soprattutto, dando uno smacco a tutti gli artisti che per anni hanno lottato contro le piattaforme di streaming e di video sharing e che di punto in bianco (guarda caso il giorno dell’uscita di Witness) hanno cambiato idea, rilasciando intere discografie ovunque (Spotify, Amazon e Tidal) e scontando la qualunque su iTunes (ciao, Taylor Swift).
La promozione è continuata poi anche al Late Late Show di James Corden, nel quale Katy è stata la protagonista di un episodio del Carpool Karaoke. Per fortuna, durante l’intervista, si è anche decisa a parlare della faida con la cantante di Bad Blood:
Apprezzo molto la maniera diretta con la quale la Perry ne parla (al contrario di chi crea una guerra senza fare nomi) ma ora anche basta, grazie.
Perché ascoltare Witness / Cosa mi è piaciuto
- Witness. La canzone che fa da intro all’intero album, secondo il sottoscritto, avrebbe dovuto essere uno dei tre singoli rilasciati prima dell’album, magari eliminando Bon Appétit. Witness è veramente un gioiellino che avrebbe potuto montare la giusta quantità di hype attorno all’intero progetto.
- La produzione musicale. LA PRODUZIONE MUSICALE, ragazzi. Finalmente la Perry si è allontanata da quel bubble gum pop a cui eravamo abituati dai tempi di Teenage Dream (2010).
La svolta più dark era sempre stata decantata ma non l’abbiamo mai vista arrivare. Il 2017, però, musicalmente parlando, è il nostro anno fortunato e quel cambiamento che aspettavamo da tempo finalmente è arrivato e non potevamo chiedere di meglio. I suoni sono sempre pop (ritroviamo elementi cari alla Katy di Prism come le influenze pop anni ’80) ma decisamente più cupi e questa volta riesco a percepire anche la volontà di creare canzoni pop senza lo scopo esplicito di farle diventare radio hit. - Power (grazie Altissimo Signore per Jack Garratt). Di lui vi avevo parlato già qui e come sempre questo ragazzo è una garanzia, mai collaborazione fu più azzeccata. Ancora una volta la produzione musicale regala solo magie.
- Le ballad. Credo di non essere l’unico a pensare che la Perry trovi la sua forza nei pezzi più malinconici. Thinking of You, The One That Got Away e Unconditionally, sono solo tre delle più famose tra le ballad che Katy ci ha regalato durante questi anni. E anche se in Witness di pezzi riflessivi ce ne sono pochi rispetto agli standard, Miss You More mi impedisce di tenere il broncio per questa piccola mancanza.
- La circolarità dell’album. L’album si apre con la ricerca di un testimone in Witness, qualcuno che riesca a portare Katy sana e salva alla fine del viaggio che ha deciso di intraprendere. La canzone di chiusura, Into Me Yo See, è la fase di riflessione: il viaggio è terminato, Katy ha trovato il suo testimone (con presunzione credo parli di noi ascoltatori) ed è pronta a voltare pagina.
Perché non ascoltare Witness / Cosa non mi è piaciuto
- La produzione vocale. Sarà che non sono mai stato un fan dell’autotune (utilizzato pesantemente ma con scopi specifici in canzoni come Mind Maze), sarà che da una Perry in studio di registrazione mi aspetto meno “comfort zone” e più “rischio”, ma la produzione vocale in quest’album non mi ha fatto impazzire.
- Le lyrics. Considerando il “purposeful pop” (canzoni pop con obiettivi ben precisi) tanto sbandierato in giro durante le interviste rilasciate, dai testi pretendevo l’improbabile. Considerando anche il tono dell’album, la qualità della produzione musicale e le capacità di Katy, i testi svaniscono letteralmente nella qualità strumentale che è nettamente superiore.
- I ritornelli. Questa è una delle poche volte in cui mi capita di pensare che un intero album pop trovi il suo fulcro nelle strofe e non nei ritornelli. Si sa, solitamente la parte portante di una buona canzone pop è il ritornello, l’esplosione musicale e vocale è l’elemento che tutti aspettiamo con impazienza quando ci troviamo davanti ad un qualsiasi artista pop. In Witness però tutto questo non accade, forse per le troppe ripetizioni che rendono il tutto molto monotono e piatto, forse perché le strofe sono liricamente scritte meglio rispetto ai ritornelli, forse per la produzione vocale.
Hitting the right spot:
Questa volta nella rubrica Hitting the right spot vi lascio con le canzoni che, a mio avviso, dovete assolutamente ascoltare per farvi un’idea generale dell’album.
1). Miss You More
2). Witness
3). Power
4). Roulette
5). Into Me You See
Se anche voi volete essere dei testimoni a tutti gli effetti, già sapete che su KatyPerryVEVO potrete trovare tutte e 15 le tracce contenute nell’album.
Muoio dalla voglia di sapere cosa ne pensate. Almeno saremo confusi insieme!