One love Manchester

One Love Manchester

Combattere l’odio con l’amore è quel genere di cose che si dice automaticamente ma che è difficile trasformare in atti: ci vuole pazienza, ci vuole determinazione e soprattutto ci vuole coraggio. In pratica, ciò che ha mostrato di avere Ariana Grande il 4 giugno 2017, dopo un doloroso e rispettoso silenzio iniziato con l’attentato del 22 maggio a Manchester, dopo un suo concerto, che ha visto un kamikaze farsi esplodere e portare a 22 morti e 59 feriti. Ariana ha invitato sul palco dell’Old Trafford Cricket Ground di Manchester una miriade di artisti per un evento di beneficienza hashtaggato #OneLoveManchester che ha fruttato più di 9 milioni di dollari per le famiglie delle vittime.
Con lei non c’erano solo le 50.000 persone che han riempito l’arena, non c’erano solo gli artisti che si sono susseguiti in questa serata pazzesca, ma c’eravamo anche noi che dalle nostre case sparpagliate per il mondo ci tenevamo la mano cantando. Dato che eravamo stupendi ma veramente troppi, parleremo nel dettaglio della seconda categoria.
-D

 

Marcus Mumford ft. Emme

But you are not alone in this
And you are not alone in this
As brothers we will stand and we’ll hold your hand
Hold your hand

Timshel è ebraico e significa “tu puoi” e io ho deciso di non usare il congiuntivo in questo paragrafo però giuro che so che servirebbe.
A me piace pensare che tu puoi sentirti al sicuro anche se troverai sempre una persona che ti indurrà a credere che non è più così, tu puoi andare da una parrucchiera in Spagna anche se hai la r moscia e il caso vuole che lei abbia la zeppola però alla fine quando ti rimetti gli occhiali da vista ti accorgi che in fondo non stai tanto tanto male, tu puoi rialzarti tutte le volte che le gambe te lo permettono e, se non dovessero farlo, puntellati sui gomiti.
Tu puoi e, se utilizzi il plurale, rimetterti in piedi sarà 50.000 volte più semplice.

 

Take that ft. Ele

We are giants, we are strong,
I see you standing, see you dancing
On the pavement, in the park
We are giants, can you feel it?

Più grandi del cielo, in alto come il sole, duri come la roccia, giganti.
Io credo ci si sentisse così ieri sera. Sul palco e nel parterre. Mi sono sentita così anch’io dal divano, parte di una cosa pazzesca, una cosa più grande di me, più grande di chi prova a farci passare la voglia di cantare, di ballare, di sentirci dei giganti anche solo per qualche ora.

 

Miley Cyrus ft. Emme

And I remember everything,
From when we were the children playing in this fairground,
Wish I was there with you now

Miley è una di quelle artiste che non potrò mai smettere di amare. Si presenta con pantaloni troppo corti, stivali troppo lunghi e un sacco di parole da dire. Racconta della Happy Hippie foundation e di quella volta in cui lei e Ariana hanno performato insieme, buttate su un divano e con dei tutoni che di solito metti solo quando non ti vede nessuno. La Grande, due anni fa, ha accettato di buon grado e insieme hanno sfondato il muro delle 52.000.000 visualizzazioni YT. Al concerto si sono sedute una accanto all’altra, si sono abbracciate, hanno danzato, ci hanno fatti piangere.
La Cyrus duetta con Pharrel, coccola Ariana, canta una canzone inedita e quello che mi piace sempre di lei è che è lì per un motivo e si capisce sempre di che motivo si tratta.
E poi canta bene.
E poi ha riportato in auge Jolene scritta da quell’artista senza tempo che risponde al nome di Dolly Parton quindi, ovviamente, non potrò mai smettere di amarla.

 

Niall Horan ft. Nic

They come, they come to build a wall between us
And we know they won’t win

Non nego che per il significato che aveva questo evento mi sarebbe piaciuto rivedere anche Liam, Harry, Louis e Zayn di nuovo insieme sul palco, ma quel senso di unione che mi aspettavo è riuscito a darmelo anche solo Niall con This Town.
È come se ieri, a Manchester, su quel palco fossero tornati ad essere in cinque.

 

Litte Mix ft. Davide

Don’t let what they say keep you up at night

La vita è una giostra in cui, se è come la mia, ad ogni giro ti trovi a scrivere delle Little Mix. Ciò che dovrebbe restare costante, oltre ai loro outfit da smandrappe, è il fatto che nessuno può arrogarsi il diritto di togliere a loro la possibilità di indossare outfit da smandrappe, a me di scriverne e a qualsiasi fan di godere delle loro tigrissime canzoni pop.
 La prescelta per la serata è stata Wings, un invito a spazzare via l’opinione altrui aiutandosi con le proprie bellissime ali.
Non si parla di quelle di Victoria’s Secret per un motivo preciso, ma questa è un’altra storia.

 

Imogen Heap ft. Ele

“Where are we?
What the hell is going on?”

Correva l’anno 2005.
Imogen e un Vocoder (googlatelo anche voi che è una roba pazzesca) ci cantavano Hide and seek praticamente dappertutto. Da grande poi ho dato un occhiata al testo, e a quanto pare canta anche le consonanti. Lei ci parla di un divorzio visto con gli occhi di una bimba, io ieri sera l’ho ascoltata raccontarci di una separazione forzata da qualcuno a cui abbiamo voluto bene, scomparso per motivi più grandi di noi. Imogen senza il Vocoder non è proprio una tigre, ma la canzone è sempre da pelledoca.

 

Black Eyed Peas and Ariana Grande ft. Yuri

It just ain’t the same, old ways have changed
New days are strange, is the world insane?

La domanda giusta da porsi. Sempre.
Fortunatamente in eventi così drammatici, l’umanità non si nasconde. È in questi momenti, quando le persone aprono le loro porte per proteggere, quando offrono un abbraccio per consolare, che la provocatoria domanda dei BEP trova una risposta. Canzone sempre attuale e monito immortale per tutti noi. Anche se a cantarcelo è un Will.I.Am con collare ortopedico che pensavo di chiedere in prestito dopo aver cantato a squarciagola il brano, saltando sul divano.
Grande assente Fergie, ma Ari ha sopperito benissimo e gli abbracci sul palco erano di un’umanità pazzesca.

 

Katy Perry ft. Yuri

You held me down, but I got up

Katy Perry entra in scena con un’aura angelica (complici anche le riprese che la contornano di nuvole riverberanti). Varca il palco e si fa spazio nei nostri cuori con due canzoni pazzesche. Due canzoni che ci ricordano che siamo esseri umani. Esseri umani in grado di cantare e ballare anche in un periodo nel quale di ragioni valide per farlo non ce ne sono. Esseri umani in grado di dire alla paura e ai suoi militanti che non possono fermare la spensieratezza della nostra quotidianità. “We will not be silent” dice la Perry tra i due brani. Sottolinea un messaggio potente, che risuona come un ruggito: possiamo essere dei supereroi, anche con una sola canzone. Che sia in stile pop, rap o su tacco 15 non ha importanza, nessuno ci porterà via la nostra parte migliore.
Excursus bonus: lei che si mangia un cono gelato dietro alle quinte è la quintessenza dell’essere umano. Suprema!

 

Justin Bieber ft. Davide

I won’t let go
I’ll be your lifeline tonight

JUSTIN FACCI SORRY”, gridavo alla tv. Mi hanno sentito tutti, perlomeno in Lombardia, ma lui, che si trovava a Manchester, no. Poco male, perché Justin Bieber, chitarra-munito, ci ha proposto una versione acustica di Love Yourself e Cold Water che ha portato sicuramente Robbie Williams a baciare la propria felpa del Purpose Tour dietro le quinte. 
Nota a margine: sicuramente JB ha iniziato ad ascoltare Camila Cabello, ha armonizzato così tanto che per un momento ho pensato ci facesse un mashup con Baby.

 

Coldplay ft. Bea

Lights will guide you home and ignite your bones
And I will try to fix you

Don’t look back in Anger è stata un po’ il simbolo della resistenza di Manchester. Gli Oasis sono il simbolo della città e il giorno dopo è stata intonata da una piazza intera che cantava “Non cedere alla rabbia” dopo che hanno ammazzato 22 persone: una roba potentissima. E infatti Chris Martin imbraccia la chitarra e la canta di nuovo con Ari. Il sole è tramontato, è arrivato il momento dei lacrimoni e Chris rincara la dose con Fix You. Ma il palco di OneLove non è un posto per piangere: l’allestimento dei Coldplay è tutto fiori e arcobaleni, Chris indossa la t-shirt sopra la maglia a maniche lunghe come me in terza media e saltella su e giù. Arrivano violini e tamburi, il pubblico balla e piange insieme perché è impossibile resistere al ritmo di Viva La Vida. Perché anche se parla di re, scudi e chiavi del Paradiso in realtà sta dicendo che noi amiamo la vita pazzescamente e questo ci rende immensamente più forti di chi la odia così tanto da farsi esplodere. Che ve lo dico a fare, parte Something Just Like This e io impazzisco.

 

Liam Gallagher ft. Bea

But now is not the time to cry
Now’s the time to find out why

Li avevo evocati ed ecco che arrivano, a sorpresa, i padroni di casa (single version): Liam Gallagher degli Oasis sale sul palco con la giacca a vento arancione e canta Rock and Roll star e poi Wall of Glass e io ho di nuovo sedici anni, canto in piedi sul divano, perfino mio padre mi manda un messaggio per dirmi di accendere la radio. Ma l’hype vero arriva quando intona Live Forever con Chris Martin alla chitarra. Poteva cantare Wonderwall, poteva farci piangere con Champagne Supernova e invece no, cantiamo che voleremo via, che vivremo per sempre così, respirando rock’n’roll e magia. Immenso.

 

Ariana Grande ft. Ariana Grande

Stay with me a minute, I’ll swear I’ll make it worth it

Quando gli artisti si comportano come donne e uomini quali sono, il risultato non può che essere incredibile.
Ieri sera ha cantato Side to Side, vi ho messo il collegamento ipertestuale dato che non me la sento di parlarvene qui, perché era la canzone preferita di Olivia, una delle ragazze che hanno perso la vita nell’attentato. Ariana si è anche vestita come una ragazza normale, a parte le ciglia così lunghe che ogni volta che sbatteva le palpebre girava le pagine del pdf che la mia coinquilina leggeva mentre le facevo vedere il concerto, e gli anelli futuristici incastonati nell’immancabile coda alta.
Ariana si è offerta di pagare per i funerali di chi non ce l’ha fatta, è andata in ospedale a visitare chi c’è ancora e ha organizzato uno degli eventi più incredibili degli ultimi anni. Ha reagito da persona normale, da essere pazzescamente umano e ha dato a tutti noi una lezione di vita: siamo nati per rialzarci.

Al mondo non c’è niente che mi piaccia più di imparare.
Quando è scoppiata la bomba ricordo una notte in bianco, occhi sbarrati verso il soffitto perché prima di dormire faccio sempre una rassegna stampa e quella sera avevo trovato notizie confuse che non avrebbero trovato un ordine fino al mattino seguente. Prima c’erano numeri, poi i numeri sono diventati nomi e poi i nomi sono diventati foto copertina di articoli che raccontavano vite in frantumi.
Quello che abbiamo visto ieri sera mi è sembrato di una forza che non si può spiegare a parole perché c’eravamo tutti, eravamo insieme.
Eravamo insieme a te che leggi e a proposito, se non ci fossi tu che arrivi fino in fondo, di certo non ci impegneremmo così tanto a fare quel che facciamo.
Insieme ad Ariana, a Miley, Justin, alle Little Mix, ai Coldplay, a Katy Perry e ai Take That.
Eravamo insieme a Bea, Davide, Eleonora, Nicolas e Yuri che assecondando la mia pazzia da più di anno e che non potrebbero rendermi più felice di così.
C’eravamo tutti, eravamo insieme.
Un bacio a testa.
-M

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