In queste giornate spagnole sto diventando una dichiarazione d’indipendenza che cammina. Tra treni presi, pullman persi e pranzi al salto sono arrivata a Barcellona perché quando Ed Sheeran ha annunciato le date del tour sapevo sarei stata in Spagna e mi sa che la smetto di fare l’introduzione perché ho il sospetto di non tanto essere brava in queste cose.
Vi dico solo che mi è piaciuto e che per questo ho deciso di scriverne anche se ormai ne hanno già scritto tutti perché è stato a Torino circa un mese fa però chissenefrega, noi non c’eravamo. Dico “noi” perché in queste cose, per quanto tu possa essere indipendente, essere sole è impossibile.
Sto scrivendo su un treno che va a Valencia, non c’è il Wi-Fi e qui parlano tutti spagnolo tranne un signore che ci sta facendo ascoltare una partita della Sampdoria di non so quando a volume Papeete.
Se avete voglia di viaggiare un po’, giusto il tempo di qualche fermata di Talgo, state pronti che si parte.
— emmefromtheblock (@Marta_Corradi) April 10, 2017
Siamo Davide, Nic, Eleonora ed io, i miei cuori elastici che sanno sempre dove trovarmi. Il Palau Sant Jordi è vicino all’appartamento e comprare i biglietti su LiveNation è stato molto più facile del previsto, forse perché qui non c’è ticketone e forse non esiste nemmeno il bagarinaggio e se esiste non so come si dica in questo idioma qui.
Per arrivare al palazzetto c’è una strada in salita e non peserebbe per nulla se durante il pranzo non ci fossimo scottati il naso sulla Barceloneta, noi ci siamo scottati il naso ma la salita la facciamo lo stesso. Finiamo in un serpentone in cui nessuno sgomita, si lamenta o cerca di passarci davanti, tutti sorridono e sorridiamo anche noi perché ci siamo incontrati dopo mesi e ogni giorno ci tracciamo a vicenda, nessuno sarebbe lo stesso se non avesse conosciuto l’altro, infatti in coda cantiamo Work from home perché Davide ci ha insegnato la coreografia.
Non so chi abbia effettivamente aperto il concerto, era uno che era bravo con la chitarra ma eravamo troppo spossati dalla strada in pendenza e poi la ragazza seduta di fronte a noi si era sporcata i pantaloni di cioccolato e chiedeva a chiunque se sarebbero venuti puliti, secondo me no.
Quando Anne-Marie, altra cantante spalla, è salita sul palco ho quasi avuto un mancamento. Il 90% delle persone presenti si tuffa sui social e comincia a fare storie a nastro con la didascalia “es la tía de Rockabye!!11!” mentre io aspettavo Ciao Adios che conoscevamo solo io e lei in tutto il Palau Sant Jordi: Anne-Marie se ti sono piaciute le doppie voci sappi che erano mie.
Vi lascio qui il video del brano perché è pazzesco e perché mi sento molto come il ragazzo di quel film triste che poi muore ma che se uno fa una buona azione per sei persone e queste sei persone fanno una buona azione per altre sei persone finisce che la smettiamo di ascoltare Despacito e che tutto il mondo si innamora di Ciao Adios.
Ed Sheeran entra di corsa, chitarra alla mano.
Io piango perché comincia con Castle on the hill ed io sono girovaga da un po’ e mi piace da impazzire però sono comunque girovaga da un po’ e qui non vendono le barrette alla Prugna della Vitasnella e devo farmele portare di contrabbando da Eleonora.
E’ l’unico sul palco ma ha 18mila voci pronte a supportarlo, l’inizio non mi è sembrato grandioso perché lo percepivo stanco e non ci sarebbe nulla di male soprattutto perché regge un concerto intero da solo, con l’ausilio di una pedaliera, di 32l d’acqua e di alcune tazzine dal contenuto misterioso: sappiamo solo che dopo la seconda era carico a molla e non so, magari era solo un antibiotico.
La scaletta ci sta ma non mi ruba il cuore, mancano Give me love e Photograph che potevano (se ci sono errori di battitura è perché stiamo costeggiando il mare e perché il ragazzo di fronte mi ha appena offerto un Twix su questo treno stanno accadendo cose incredibili e la distrazione, e il Mediterraneo, sono dietro l’angolo) tranquillamente sostituire How would you feel e Sing che a me personalmente non piacciono, mi è sembrato un tour di passaggio tra X, performato con la sola chitarra, e i prossimi concerti che si svolgeranno negli stadi in mesi e anni da definirsi.
L’ho percepito un po’ come un concerto materasso, comodo comodo senza troppe sperimentazioni. La comodità paga, se però come noi hai avuto la possibilità di assistere anche ad un suo concerto passato ti rendi conto che non è cambiato granché e che per cambiare devi uscire dalla comfort zone anche perché vado in spending review per comprare i biglietti dei tuoi concerti, instagrammo sempre le stesse canzoni e poi i video mi vengono praticamente identici.
Meno male che sono brava con le didascalie
Marta, que has aprendido durante los primeros meses de Erasmus? pic.twitter.com/MWkGn7wM9x
— emmefromtheblock (@Marta_Corradi) April 10, 2017
Due cose al volo in una EDizione straordinaria che avevo in mente di scrivere anche se in effetti potevo pensare ad un nome migliore:
-I servizi igienici del Palau Sant Jordi sono bellissimi: forum di Assago se mi leggi vedi di fare qualcosa a riguardo;
-Ogni volta che in Perfect lui dice “Darling you look perfect TONIGHT” immagino me poco prima dei giorni col bollino rosso che COME TI PERMETTI QUINDI DI SOLITO SONO BRUTTA;
-Se ascoltate Happier al momento in cui pronuncia le parole “nursing an empy bottle” potete sentire il mio cuore che si spezza;
-Le grafiche delle canzoni erano raccapriccianti, del tipo che si spaziava dalla cascata di petali di rosa alla pioggia di emoji a Sheeran tra gli alberi che pareva si fosse perso a Forks dopo aver suonato al matrimonio dei Cullen: Ed, se devi fare queste cose chiedi alla tua amica T.S. che mi sa che è più portata;
-Quando si è esibito con Barcelona ho pensato che venisse giù il palazzetto anche perché è molto coraggioso cantare in spagnolo in un posto pieno di spagnoli quando lo spagnolo non è la tua lingua madre.
Grazie a Davide, Nic ed Eleonora per essere parte integrante di tutto ciò che accade su Emmefromtheblock (e ovviamente a me che sono Emmefromtheblock), grazie a voi per essere arrivati fino in fondo e grazie a Ed Sheeran per essersi disturbato a venire a Barcellona nei giorni in cui, guardacaso, c’eravamo anche noi.
Un bacio a testa,
-M