SKAM

Perché vedere: SKAM

Era dicembre 2016 quando ho cominciato a leggere su twitter un solo ed unico hashtag sulla bacheca: #SKAM. Sempre. Anche durante la finale di X Factor. Ovunque. Anche nelle inserzioni pubblicitarie.
Tutto ciò che è mainstream o che lo diventa prima di passare sotto le mie grinfie stimola in me un effetto allergico, che si traduce in un “non guardo Game of Thrones per presa di posizione”. E anche perché non mi piacciono i draghi.
Bé, vi do un’informazione: SKAM, complice la totale assenza di draghi, è stata l’antistaminico giusto per combattere la mia avversione agli hashtag troppo condivisi.

 

INFORMAZIONI DI CULTURA GENERALE

Non ho la più pallida idea di cosa ci voglia comunicare William con questa faccia sorpresa: potrebbe chiederci se abbiamo voglia di gelato così come potrebbe bestemmiare in norvegese con tono interrogativo. Se è così, chiedo scusa.
Come potete ben capire, SKAM (“vergogna”) è ambientata ad Oslo ed è visibile esclusivamente in norvegese con sottotitoli italiani: chi non ha un master in lingue nordiche non faccia il temerario, non si capisce una mazza.
La serie, nata da snippet pubblicati su internet per poi essere trasmessa appena dopo dal 2015 in poi sulle reti norvegesi, avrà a breve una quarta stagione e vede come protagonisti ragazzi in età puberale. Mi fermo un attimo, perché se avete visto una qualsiasi foto dello show avrete bisogno di una pausa. Età puberale. Sì. Tutti gli attori, eccetto Noora che è una ’96, hanno visto la luce dal 1997 in su, e qua giungiamo alla riflessione che ho partorito quel pomeriggio in cui mi sono incantato davanti allo specchio urlandomi “PERCHE’ IO NO?”: a Oslo i genitori lanciano i bambini di sette anni nei fiumi facendoli nuotare controcorrente per farli sembrare venticinquenni prima del tempo. Tempi duri per chi era abituato a Gossip Girl, dove i sedicenni sembravano avere 25 anni perché ne avevano 30.

 

LA TRAMA

Di cosa parla SKAM? SKAM parla di noi. Parla di noi tramite loro.
Ogni persona, chi più e chi meno, durante il periodo del liceo soprattutto, è un agglomerato di incertezze, dubbi, paure, che a seconda del carattere gestisce in un modo del tutto personale. C’è chi vede nella famiglia un punto fermo, chi si affida agli amici, chi preferisce giocare in solitaria. C’è chi prende sottogamba qualsiasi situazione dimenticando le responsabilità e c’è chi vede problemi dove non ce ne sono. Sta ad ognuno trovare il proprio equilibrio: al liceo si gettano le basi, più tardi si costruiscono i piani superiori. E SKAM parla proprio di questo.
Ogni stagione della serie è incentrata su un diverso protagonista, che seguiamo passo passo nella quotidianità scoprendo le normali difficoltà che sta affrontando e che lo rendono così unico: ovviamente non voglio spoilerare nulla.
Piccola nota a margine sulla trama: per quanto SKAM si lasci guardare molto facilmente, è lento. E’ riflessivo, non vuole intrattenerti con esplosioni nucleari o inseguimenti al cardiopalmo, lo fa facendoti capire e soprattutto, facendoti immedesimare. E soprattutto, parere personale, è in crescita: prima stagione < seconda stagione < terza stagione. Io non ho assolutamente avuto l’imprinting, anzi, durante il primo giro di puntate mi chiedevo perché avesse colpito tutti così tanto: arrivato ai due successivi ho capito.

 

PERCHE’ VEDERLO

A parte Noora, dai.

Isak, è vero.

SKAM è da vedere. E’ da vedere e punto e per questo non sto usando la struttura degli altri DWorD, cosa che voi vi limiterete a non notare perché non ne scrivo da troppo: non esiste qualcuno cui non consiglio il binge-watch perché SKAM non è solo una serie tv.
Innanzitutto è una serie reale: già la scelta di piazzare attori del 1999 perché i personaggi sono nati nel 1999, il far ruotare i loro guardaroba e il non coprire i brufoli di Eva fa capire che non c’è nessuna Serena Van der Woodsen perché non è l’intento dello show. Se i messaggi ci arrivano così brutalmente, è perché ci identifichiamo nei personaggi in modo totalmente naturale.
Seconda motivazione: educa. I temi affrontati sono tanto semplici quanto difficili da affrontare in prima persona o da comprendere a pieno se non li si è vissuti. Stupro, omosessualità, disturbi alimentari, tradimenti, razzismo e via dicendo: SKAM non tratta di quisquilie.
In ultimo, sto sul semplice: la colonna sonora. Due minuti dopo l’inizio parte Lana del Rey, aspetti un po’ e arriva Lorde tra Hyde and Seek e Je veux te voir, seguite da un insieme di tracce che non hai mai sentito ma che ti sparerai in loop per i prossimi 21412 mesi su iMusic. Su questo, gli autori han fatto centro.

 

INFO BONUS

Su instagram esistono, oltre ai profili degli interpreti, i profili dei personaggi, che postano nell’esatto momento in cui se ne parla nella serie foto e video, come se i liceali di Oslo che reggono la serie esistessero davvero: io lo trovo geniale. In più, sul sito di SKAM si trovano tutti i messaggi che puntualmente i ragazzi si scambiano negli episodi.

Vi saluto lasciandovi non solo il promo della prima stagione ma anche quelli della seconda e della terza, che sono a mio parere l’uno più geniale dell’altro: considerateli indizi sui temi che verranno trattati, se non volete nessuna indicazione  vi consiglio di evitarli.

Prima stagione:

Seconda stagione:

Terza stagione:

Buona visione, fateci sapere su Emmefromtheblock cosa pensate della serie!
-D

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