Una serie di sfortunati eventi

Perchè vedere: Una Serie di Sfortunati Eventi di Netflix

Ogni volta che mi lego i capelli mi torna in mente la scena di un film che ho visto da ragazzina, di cui non ricordo niente, ma niente, se non che una certa Violet per farsi venire un’idea geniale si fa la coda di cavallo. Il film era Una Serie di Sfortunati Eventi, l’anno era il 2004, io avevo dodici anni e questo episodio rivela chiaramente che il cinema pop trash è una colonna fondamentale della mia formazione. Tutto questo preambolo per dirvi che spinta dalla curiosità mi sono messa a vedere la serie che Netflix ha tratto dal film, anzi dal libro da cui era tratto il film. Che trip. Per chi non ha letto i libri né visto i film la faccenda è questa: i tre fratelli Baudelaire sono tanto intelligenti quanto sfortunati. I genitori muoiono e vengono affidati a un perfido tutore che vuole mettere le mani sulla loro fortuna (abituatevi ai giochi di parole, perché qui è pieno).


1. Hanno meno gioie di voi. E’ l’unica serie televisiva che ti chiede esplicitamente di non guardare perchè tutto è troppo infelice e doloroso: ma siccome la tua vita è già priva di gioie, la sfiga dei fratelli Baudelaire può solo che consolarti. C’è sempre chi sta peggio, e vedere tre bambini che sfuggono a un viscido Conte che vuole impadronirsi della loro fortuna non può che darvi speranza.

2. C’è Neil Patrick Harris. Chi se lo ricorda come il playboy Barney di How I Met Your Mother resterà scioccato: il Conte Olaf è brutto, villano, meschino, un attore privo di talento. Per interpretarlo, invece, ce ne vuole molto e Neil è formidabile e stravince il confronto con Jim Carrey (Olaf nel film). Spoiler: nel cast è presente anche Cobie Smulders, cioè Robin di HIMYM.

3. La sigla è fighissima. Di solito è una di quelle cose che salto a prescindere nella smania di vedere un episodio dopo l’altro, ma quel geniaccio di Bo Welch l’ha resa diversa da un episodio all’altro, una specie di “Negli episodi precedenti…” in musica. Il prologo di ogni episodio è un omaggio di Lemony Snicket all’adorata Beatrice, il che mi fa cadere in un brodo di giuggiole ogni volta.

4. E’ una bella favola dark. La serie segue passo passo il film, ma stravolge lo stile, portando la fotografia e la regia al livello superiore. E’ come guardare un film girato da Tim Burton e Wes Anderson insieme: caramelloso e dark contemporaneamente. E’ ironico, leggero, malinconico e surreale al tempo stesso e in questo senso è molto più fedele allo spirito originario dei libri di Lemony Snicket. Vedere per credere (se volete un’anticipazione, c’è il trailer qui in fondo).

5. Insegna a usare il cervello.  I bambini sono più furbi degli adulti, le ragazze sono geni della meccanica, i topi di biblioteca sanno salvarsi anche in mezzo alle tempeste, e una lattante può tenere a bada gli scagnozzi. I tre fratelli Baudelaire rompono ogni barriera e noi voliamo altissimo. Mi è piaciuto molto che la zia Jacqueline sia diventata afroamericana e che lo zio Monty sia ispanico (anche se parla italiano sono fermamente convinta che sia messicano, vi prego, illuminatemi) rispetto alla versione originale.

6. Tutti vorremmo il narratore della nostra vita. Menzione d’onore a Lemony Snicket, che sarebbe l’autore dei libri e qui diventa personaggio a tutti gli effetti: ogni tanto entra teatralmente in scena per raccontarci la vicenda o per insegnarci qualche nuova parola in inglese. Compassato, elegante e malinconico, ho deciso che voglio noleggiarlo per fargli sottolineare i momenti salienti della mia vita con il suo aplomb.

Non è bellissimo?
Qui potete vederlo seduto nella mia testa che dice: “E così, mentre il lavoro arretrato si accumulava, Beatrice sceglieva quale serie iniziare”.

A chi la consiglio:

  • A chi ama i libri e i racconti
  • Chi ama vedere le serie in lingua originale: è una fantastica lezione di inglese
  • A chi guarda le serie per tirarsi su. Nonostante il titolo, non l’ha prodotta Shonda Rhimes

A chi la sconsiglio:

  • A chi ama l’azione: ogni tanto è un po’ lenta e si perde nei giochi teatrali del regista
  • Chi odia Once Upon a Time perché lo ritiene una favola: nonostante lo humor nero, il rischio è quello.

Ragazzi, vi lascio il trailer: fatemi sapere in un commento o su Twitter  (@beamanca) se guardate la serie o solo se la vostra vita è priva di gioie come quella dei fratelli Baudelaire, che ci consoliamo insieme. Con una maratona di serie tv, ovviamente.
Alla prossima!

Grazie alla pagina Una Serie di Sfortunati Eventi – Netflix (fonte inesauribile di perle) per la condivisione!

2 pensieri su “Perchè vedere: Una Serie di Sfortunati Eventi di Netflix

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