Dato che è da quest’estate che mi preparo per arrivare agli Oscar pronto e nonostante questo sono in ritardo con la visione di tre quarti dei film nominati, negli ultimi due giorni mi sono sparato rispettivamente Hidden Figures e Fences. E quindi? E quindi niente, sono qui per dirvi perché secondo me vanno visti, oltre all’implicito grido “sono nominati agli Oscar, come si fa a fare le previsioni se no?”.
HIDDEN FIGURES
Hidden Figures, tradotto con Il diritto di Contare e diretto da Theodore Melfi, è un film biografico ispirato al quasi omonimo libro di Margot Lee Shetterly sulla storia di Katherine Johnson. Katherine Johnson, interpretata da Taraji P. Henson AKA Cookie Lyons di Empire, fu una matematica afroamericana che collaborò con la NASA ai tempi della Guerra Fredda, raggiungendo traguardi quali il mandare uomini in orbita intorno alla Terra e, con la missione Apollo 11, metter piede sulla Luna.
PERCHE’ VEDERLO: Lo screen che ho messo qua sopra non è stato scelto a caso, perché riassume un po’ quello che Hidden Figures, e in parte anche Fences, vuole sottolineare, combattendo la sfiducia che l’uomo bianco di quei tempi, ma in buona parte anche quello di oggi, è abituato a riporre nei confronti di categorie da loro ritenute inferiori. Un messaggio tanto importante che non è ancora dato per scontato non potrebbe trovare portavoce migliore che una donna di colore che alla NASA viene inizialmente scambiata per una donna delle pulizie e finisce per essere indispensabile per il successo di una Nazione e il progresso mondiale.
Insomma, ogni personalità nascosta ha il diritto di emergere.
COME VEDERLO: Il film verrà trasmesso in Italia dall’8 marzo e forse è un bene, perché il film presenta un cast particolarmente dotato, che vede al fianco di Taraji Octavia Spencer e Janelle Monae, con la partecipazione di Kevin Costner, Kirsten Dunst, Jim Parsons, Glenn Powell… Non sentire Sheldon Cooper e Chad Radwell in lingua originale è un peccato vero.
NOMINATION AGLI OSCAR:
– Hidden figures, come miglior film
– Octavia Spencer, come miglior attrice non protagonista
– Theodore Melfi, come miglior sceneggiatura non originale
Dico solo che sarebbe veramente stupendo vedere questo film vincere almeno un Oscar durante l’era Trump.
FENCES
Fences, in italiano Barriere, è l’adattamento cinematografico dell’omonima opera teatrale vincitrice del premio Pulitzer per la drammaturgia, che August Wilson partorì nel 1983. La produzione è merito di Scott Rudin e Denzel Washington che, attenzione, interpreta anche il protagonista del film.
PERCHE’ VEDERLO: Le due ore abbondanti di racconto sono ambientate negli stessi duecento metri quadrati, ovvero la casa con giardino di Troy (Denzel Washington), dove vive con il figlio minore e colei con cui è sposato da diciotto anni e che noi siamo soliti amare infinitamente sul set di HTGAWM: Viola Davis. Anche qui semina panico per tribunali? No. Qui ha nome Rose e non fa altro che distribuire amore alle persone che la circondano. Perché? Perché l’amore è il solo mezzo che può sconfiggere le barriere che l’uomo può trovarsi davanti, siano esse di natura sociale o date dall’andamento fisiologico delle cose, come la morte.
Lo ammetto, il film non è dei più rapidi, ma è mio dovere dirvi che i temi affrontati, tra i quali le difficoltà del rapporto padre-figlio, valgono gli sbuffi che posso venire naturali allo spettatore durante alcuni dei monologhi di Troy.
COME VEDERLO: Dal 23 febbraio è trasmesso nelle sale italiane, quindi forza, avete pochissimi giorni per recuperarlo prima degli Oscar.
NOMINATION AGLI OSCAR:
– Fences, come miglior film;
– Denzel Washington, come miglior attore protagonista;
– Viola Davis, come miglior attrice non protagonista;
– August Wilson (anche se è morto, è stato dato per sceneggiatore del film per aver creato l’opera teatrale), come miglior sceneggiatura non originale.
Grazie per avermi letto, spero di avervi dato buone indicazioni: buona visione!
-D