Ancora prima di essere a conoscenza delle 14 nomination agli Oscar, sapevo che vedere questo film sarebbe stata la cosa giusta. Per chi come me ha una cultura cinematografica del ghetto, dove per “del ghetto” intendo che ha visto 4 amiche e un paio di jeans tre volte, i film candidati dall’Academy sono sempre uno scoglio piuttosto grande: splendidi da vedere, culturalmente impegnati ma alle volte c’è il rischio del conto alla rovescia, quando tiri fuori il telefono, ti accorgi che ore sono e sei contenta di essere lì, però magari era meglio quello nella sala 4.
Perché vederlo:

-Tutti cantano, ballano e lo fanno in maniera divina
-Se siete fanciulle impazzirete per gli outfit di Emma e se siete fanciulli impazzirete per gli outfit di Ryan però indossiamoli con moderazione perché certe cose stanno bene solo a loro
-Citano The OC e lo fanno per ben due volte
–John Legend cerca un pianista.
John Legend.
Un pianista
–Mia, il personaggio interpretato da Emma Stone, sa parcheggiare in salita. Ve lo dico perché non è una cosa scontata
-Uscite dal cinema proverete ad aprire la vostra auto col telecomando anche se l’avete lasciata a 83km di distanza.
Perché non vederlo:
-C’è Ryan Gosling e questo è un problema. Non tanto perché c’è Gosling in sé ma perché succede che ti rendi conto che, anche se si vive una volta sola, anche se puoi continuare a sperare, anche se basta credere in se stessi, lui è felicemente sposato e tu non sei felicemente sposata con lui
-Anacronismi. Questo magari non l’ho capito io, non ho trovato risposta da nessuna parte.
D’accordo la compresenza passato-presente, d’accordo che come sosteneva Bernardo di Chartres siamo “nani sulle spalle di giganti“, ma c’erano abiti decisamente retrò, auto decisamente retrò e iPhone 6 e Toyota Prius: se poteste darmi una mano a saperne di più ve ne sarei infinitamente grata.
–Seb, il personaggio interpretato da Ryan Gosling, è uno di quelli che non scendono dalla macchina e suonano il clacson per farti capire che sono arrivati. Ok che tutto questo è molto utile ai fini narrativi però io farei fatica a perdonarti anche se sei lui
-Ad un certo punto, purtroppo, finisce.
La questione Oscar:

Non sono una critica cinematografica, sono solo una persona critica.
A me il film è piaciuto davvero davvero tanto e ritengo sia fruibile a più livelli, è pieno di citazioni a capolavori precedentemente visti sul grande schermo, ci si innamora dei protagonisti e ci si innamora con i protagonisti: si sorride, si ride, si piange…
Non ho ancora avuto occasione di vedere gli altri attori in lizza per l’ambita statuetta, quindi questo discorso va interpretato con le dovute distanze ma, se penso a vincitori e vincitrici del passato, non sono sicura darei un’Oscar alla coppia Gosling-Stone.
Meravigliosi, disciplinati e credibilissimi, danzano, interpretano e suonano ma dietro a Mia e Seb intuisco chiaramente le figure di Emma e Ryan (che ormai chiamo per nome perché dopo aver passato insieme 2h li sento vicinissimi a me).
C’è una scena in cui Mia esce dalla doccia e ho pensato che le sarebbe bastato un’asciugamano in testa per cantare “Pocketful of Sunshine” e c’è più di una scena in cui Seb si adira e sembra essere tornato ne “Le pagine della nostra vita“.
Il film l’ho adorato, l’atmosfera è pazzesca e i protagonisti sono innegabilmente dei professionisti, non sono però convinta al 100% si tratti di protagonisti da Oscar.
Sono invece convinta del fatto che questo lungometraggio abbia portato il romanticismo ad un livello superiore perché qui c’è una scena iconica dopo l’altra.
Sono convinta che se ami sai anche lasciare.
Sono convinta che sognare da sola mi piace, ma se posso farlo con qualcun altro, se posso farlo con voi, mi piace decisamente di più.
Vi lascio con il mio momento preferito, non spoilero nulla giuro è del profilo ufficiale Lionsgate, e con la speranza di poter leggere quel che ne pensate.
Un bacio a testa,
-M
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