L’amore si manifesta nei modi più disparati: una domanda inattesa, una brioches non richiesta, un monologo di 4 minuti prima della canzone del nostro artista preferito.
Dopo un’attesa lunga una vita ti regalano qualcosa in più e lasci che il tuo cuore venga cullato da questi stralci di letteratura in movimento, schegge di un insieme che capirai solo quando la barra di Youtube sarà arrivata fino in fondo.
Inutile dire che ci sono intro a cui sono più affezionata, alcune hanno un potenziale immenso mentre altre decisamente no, però… non dimentichiamoci mai che la cornice è esattamente importante quanto il quadro.
1. Ride – Lana del Rey
We had nothing to lose, nothing to gain, nothing we desired anymore, except to make our lives into a work of art
Se dovessi scegliere tra tutte le intro, e le outro, del mondo, il monologo di Ride conquisterebbe qualunque premio. Quando ascolti Lana del Rey non affidi il tuo tempo ad una cantante perché lei confeziona atmosfere. Parla di un mondo che non esiste, un mondo in cui fa freddo ma se si è caldi abbastanza non si temono le temperature, le regole rigide, tutte quelle linee rette che siamo costretti a tracciare perché convinti che senza queste ci crollerebbe il mondo addosso: non so se abbia ragione ma sembra stare decisamente meglio di noi.
2. Wild Things – Alessia Cara
There’s a wild thing that exists in all of us.
[…]
But we can’t be scared of it.
We have to become it
Non avrà l’atmosfera di Born to die ma bisogna ammettere che anche quel cucciolo di Alessia Cara si impegna e nella maggior parte di casi i risultati sono più che apprezzabili. Lei, che al preshow degli MTV Video Music Awards si è presentata struccata e con un outfit da lunedì mattina, sta riuscendo a convincere anche i critici più ostici.
3. New Americana – Halsey
We were hopeful we would win, because nothing could scare us. We feared no city, and we feared no man…
Prima di tutto dovete sapere che, ogni volta che Halsey dice Balenciaga con accento americano, una coppia decide di lasciarsi. Quando vedo video di questo tipo mi sale una voglia irrefrenabile di dichiarare guerra ad uno stato europeo, più precisamente a quello di Genovia, ma poi mi ricordo che è governato da Mia Thermopolis e siccome voglio bene alla Hathaway scelgo sempre di deporre le armi.
4. The heart wants what it wants – Selena Gomez
And then it just be completely shattered by one thing
Tutto in questo cortometraggio grida una sola parola: marketing.
Justin Bieber sta con Selena Gomez. I due si amano, poi si odiano, poi si lasciano e si odiano mentre si amano e nel frattempo monetizzano. Agli AMA’s 2014 Selena canta questo brano in mondovisione e tra le lacrime bisbiglia un “Thank you Jesus“: forse si è accorta che in realtà il monologo prima della canzone è mediamente brutto.
5. I knew you were trouble – Taylor Swift
But I just thought, how can the devil be pulling you toward someone who looks so much like an angel when he smiles at you?
Ci sono intro che riescono meglio di altre e a me questo fa impazzire perché non c’entra assolutamente niente con tutto quello che è mai stato fatto. Prima T.S. decide di calcare le orme di Rihanna, poi torna ad essere T.S. e ad un certo parte un pezzo dubstep che nemmeno la colonna sonora di Springbreakers: io giuro che non ho ancora capito cosa volesse fare eppure non riesco a smettere di ascoltarlo.
6. Delilah – Florence and the machine
Love yourself. Forgive yourself. You can’t love and forgive other people, if you don’t, first of all, love and forgive yourself
Scrivere di Florence Welch è sempre causa di magniloquente insicurezza perché tutto ciò che fa può essere letto in almeno 15 modi diversi ed il mio non è mai quello giusto.
Il video di Delilah è parte di The Odyssey, mediometraggio di 49 minuti che raccoglie alcuni brani di How Big, How Blue, How Beautiful con monologhi e scene di raccordo. Delilah prende spunto dalla vicenda biblica di Dalila e Sansone: lui è forte se ha i capelli lunghi, lei lo tradisce e glieli taglia e la Welch, come i protagonisti della storia, si ritrova forzuta ma fragile tra le mani del suo compagno.
7. Born this way – Lady Gaga
And thus began the beginning of the new race
A race within the race of humanity
A race which bears no prejudice
No judgment
But boundless freedom
Ero indecisa se parlarvi di questo o di Marry the night ma l’esito del sondaggio che ho fatto su Twitter è stato piuttosto illuminante. Gaga è una di quelle stelle che non smettono di brillare, ha una potenza ineguagliabile e, nonostante i frequenti cambi d’abito, è sempre perfettamente riconoscibile.
Ha perfino un manifesto come Marinetti per il futurismo e questa è l’ennesima prova di quanto sia grandiosa.
8. Sorry – Beyoncé
Here lies the body of the love of my life, whose heart I broke without a gun to my head
Sorry rappresenta il quarto capitolo di Lemonade ma non ve ne parlerò qui perché ci ha già pensato Nic in un articolo così completo che sembra prodotto da Mrs. Carter in persona.
Il messaggio è piuttosto chiaro: se incasinate le cose con Queen Bey vi ritrovate protagonisti di un visual album di 46 minuti in cui alla fine lei è immensamente buona e sceglie di concedervi l’indulgenza plenaria senza che voi dobbiate passare per la Porta Santa.
9. We found love – Rihanna
It’s like you’re screaming, and no one can hear
You almost feel ashamed
That someone could be that important
That without them, you feel like nothing
No one will ever understand how much it hurts
You feel hopeless; like nothing can save you
And when it’s over, and it’s gone
You almost wish that you could have all that bad stuff back
So that you could have the good
Ho dovuto postare qui il monologo intero perché, se ci fosse il Louvre dei video musicali, questo starebbe al posto della Gioconda.
We found love si è presto convertito nel salmo responsoriale di un’intera generazione ed io non so cosa mi sia preso che oggi continuo a mettere in mezzo la teologia però quando scrivo di cose mi piacciono mi sento come Dante nella Divina Commedia e di solito sveniamo anche con la stessa frequenza.
Prendetevi 4.35 minuti per godere di questa meraviglia e poi correte dal vostro bae e chiedetegli di tatuarvi la scritta MINE su una natica.
9+1. The Greatest- Sia
…
Questa è una canzoni fuori quota, mi sono permessa di inserirla sebbene non vi siano emissioni di voce al di fuori di quelle presenti nel brano vero e proprio. Ci sono 49 ballerini, una per ogni persona che al Pulse di Orlando, nella notte tra l’11 e il 12 giugno 2016, ha perso la possibilità di vedere di nuovo l’arcobaleno.
Nessuno parla ma il viso di Maddie Ziegler grida più forte di qualunque manifestante.
Anche per oggi può bastare, attendiamo le vostre proposte e, se vi andasse, anche qualche proposta per il futuro.
Vi prestiamo una cornice cosicché possiate riempirla con le parole che contano per voi: siamo certi ne farete buon uso.
Un pensiero su “9 canzoni per quando hai voglia di un monologo prima delle canzoni”