Perché vedere House of cards

7 volte in cui House of Cards ha anticipato la realtà

Penso che siamo tutti d’accordo sul fatto che la serie tv americana più bella dell’anno ha per protagonisti Hillary Clinton e Donald Trump: praticamente il crossover impossibile fra The good Wife  e Orange is the new black. Comunque questi due fanno molto sul serio, e visto che manca pochissimo al voto, è il caso di fare un ripasso di come funzionano le cose oltreoceano. Come? Ovviamente con il binge-watching di un capolavoro fantapolitico: House Of Cards. 

Se non ne avete mai sentito parlare probabilmente avete vissuto su Marte negli ultimi tre anni. Riassuntino: il cinico e spregiudicato Frank Underwood si dà alla scalata politica con una serie di complotti che nemmeno Georgina Sparks e Jack Bass. La sua carriera viene pianificata a tavolino (anzi, fumando alla finestra) con la moglie, l’algida e spietata Claire. I due prendono un po’ troppo sul serio il detto che in guerra e in amore tutto è concesso ed eliminano ogni ostacolo sul loro cammino, persone incluse.  Pronti per le profezie di Frank? Cominciamo.

1 – Le regole dell’elezione perfetta. Così come How To Get Away With Murder ci ha spiegato tutto sui tribunali americani, dopo la prima stagione di HoC sarete perfettamente in grado di spiegare come funzionano le leggi nell’ordinamento americano, cos’è l’impeachment, chi sono i grandi elettori eccetera eccetera. Ripensandoci, fra questa e Scandal potremmo condurre la maratona elettorale al posto di Mentana.

2 – I paralleli con l’attualità. Ci sono teorie su teoria su quali personaggi reali abbiano ispirato la serie. Alcune somiglianze sono lampanti: il presidente russo Viktor Petrov, il gruppo terroristico ICO, perfino la messa in piega del segretario di Stato Cathy Durant è identica a quella di un altro segretario di Stato che ora corre come Presidente. Giudicate voi:
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3- La stampa non è il quarto potere, è il primo. Frank Underwood va a letto con il nemico (letteralmente) per tenersi buono il cane da guardia della stampa sfruttando la giovane giornalista Zoe Barnes. Tralasciando gli intrallazzi di qualche presidente, è sicuramente vero che la stampa, nel mondo reale come nella serie, è capace di portarti al successo e distruggerti il giorno dopo.

4 – Dietro ogni grande uomo c’è una grande donna. Finchè non gli passa avanti. Più glamour di Lady Macbeth ma ugualmente spietata, Claire Underwood ci ha insegnato a portare i tacchi a spillo per 48h di fila, a indossare abiti color panna alle cene (senza sporcarci solo guardando il piatto) e soprattutto che, se volesse, potrebbe perfino scavalcare il marito. Penso che più o meno fra i Clinton sia andata così, con meno spargimenti di sangue.

5 – Il dolore non è necessario. Questa è una delle prime cose che sentiamo dire a Frank (non Frank Delfino, anche se lo stile di strangolamenti è lo stesso). Ora, senza essere così cinici, potremmo trovare il giusto compromesso fra passare il venerdì sera a stalkerare il profilo dell’ex con la sua nuova fiamma a Parigi e corrompere commissioni parlamentari. A volte crogiolarsi nel dolore è una colossale perdita di tempo quando potremmo andar fuori a conquistare il mondo.

6 – L’abito fa il monaco. Tutti hanno dei segreti, ben nascosti sotto impeccabili complete di tweed e tubini bianco magnolia. Occhio a fidarsi: nessuno è totalmente innocente, nemmeno la timida Zoe Barnes con il suo taccuino, quindi occhio alle persone di cui vi fidate.

7 – Il fine giustifica I mezzi. Frank, il ragazzo venuto dal nulla  che scala le vette del potere è il sogno americano che incontra Machiavelli: Frank e Claire non si fermano davanti a niente, a costo di sacrificare gli affetti come il cavallo degli scacchi. Anche qui, con un po’ di sano equilibrio, si può imparare a non darsi mai per vinti usando l’astuzia (possibilmente) anziché il ricatto morale.

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Ecco, non vorrei associare nessuno degli sfidanti alle presidenziali a questi esempi di rara virtù, ma dalla serie si possono imparare due o tre cosette utili. Siete liberi di riapplicarle nella vita reale, ma declino ogni responsabilità per i vostri reati.

Se anche voi aspettate la quarta stagione di House Of Cards più del risultato elettorale (o quasi, insomma) o se semplicemente leggendo l’articolo vi è venuta di costine d’agnello in salsa barbecue, fatemelo sapere via twitter (@beamanca) o lasciandomi un commento. Mi raccomando, siate spietati come lo sarebbero loro due.

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