Perché vedere Easy di Netflix

Perché vedere: Easy di Netflix

Comincio sempre più a pensare che Netflix intitoli i propri prodotti in modo che non ci sia possibile ritrovarli agevolmente sui motori di ricerca.
Se cercando Lovesick ci si imbatte in decine e decine di pagine che con la serie tv non hanno nulla a che vedere, non c’è nemmeno bisogno che io vi dica cosa accade con Easy: sappiate solo che la mia forza di volontà è stata abbastanza forte da permettermi di scrivere un articolo del genere.
La serie sbarca sulla piattaforma il 22 settembre 2016 ed io, circa una settimana dopo, l’avevo vista nonostante gli utenti di TvShowTime mi invitassero a fare il contrario.

Ratings Easy

8 puntate che durano circa mezz’ora l’una, manca la storia orizzontale perché la serie ha una struttura fortemente antologica e il cast è assolutamente pazzesco. Ma “pazzesco” nel senso che se ti distrai un secondo ti trovi Orlando Bloom seminudo e la Ratajkowski che si fa selfie sul divano (non nello stesso episodio perché Swanberg si è reso conto che, in fondo, siamo anime sensibili).
Ho scoperto che i giudizi di TvShowTime non erano attendibili quando mi sono resa conto che la 1×06, episodio meglio recensito, presentava immagini di questo tipo.

Qui è facile valutare con un “WOW”.
Easy” gioca sul fatto che, se tutti prendessimo la vita con leggerezza, ci sarebbero meno viaggi mentali e molti più sorrisi. Se baciassimo di più invece di ritrarci, se ci buttassimo in un progetto che ci fa paura, se trovassimo il coraggio di prendere una decisione che ci spaventa, tutto andrebbe inevitabilmente meglio. Lo scopo è nobile e tutto è molto bello, il problema è che la vita vera non funziona esattamente così. Se decidi di creare una serie tv con la pretesa di essere autentica (senza verbena, stalker o guerrieri col cappuccio verde) devi tener conto che nella realtà Bloom non è su Tinder e che se nascondi qualcosa alla tua dolce metà lui magari ti perdona anche, ma prima fa scatenare su di te una furia tale da poter essere paragonata alle due atomiche in Giappone.

Le puntate sono così suddivise:
1. Il fratello di Piper Chapman e Esme di Twilight hanno una relazione
2. Lei la ama ma è vegana
3. Dave Franco che recita con uno che sembra Toby Cavanaugh
4. Parlano in spagnolo e sono tutti molto belli
5. EmRata e le interpretazioni di spessore
6. Threesome con Orlando Bloom
7. Noia
8. Ancora Dave Franco

Alcune scene potrebbero far storcere il naso, credo avessero il nobile scopo di denunciare la violenza ma corrono il rischio di renderla quasi legittima. Gli spunti sono interessanti ed è vero che ci siamo ritrovati a doverci alfabetizzare nuovamente in un mondo in cui le relazioni sono in prevalenza 2.0 e viaggiano su codici binari: ti innamori di un profilo Tinder, lo segui su Instagram e ci chiediamo di uscire su Facebook.
Il mio consiglio, tutto sommato, è dunque il seguente: fidatevi di quel che vi consiglia Netflix che essere curiosi ripaga (quasi) sempre.

Se vi fosse capitato di imbattervi in Easy e vi andasse di dirmi cosa ne avete pensato, mi farebbe incredibilmente piacere!
Un bacio a testa,
-M

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