Perché vedere Masters of sex

Perchè vedere: Masters of Sex

Ci sono serie tv che aspettiamo più del messaggio di quel tipo su whatsapp. La quarta stagione di Masters of Sex per me era fra quelle. Se non sapete di cosa sto parlando, carta e penna alla mano che dovete recuperare questo gioiellino di Showtime dal titolo particolarmente intrigante. Capiamoci: i “maestri del sesso” a cui il titolo fa riferimento non sono gli amanti di Samantha Jones. Il titolo gioca con il nome del dr. Bill Masters, che alla fine degli anni 50 pubblicò il primo studio sulla sessualità umana insieme alla sua assistente Virginia Johnson. La serie si basa su questa relazione – professionale e poi ovviamente sentimentale – senza cadere nel cliché “lui è sposato ma ama l’altra” perché al centro di tutto c’è questo studio sulla sessualità destinato a cambiare per sempre la storia. Suona noioso? Vi dico che è stato realizzato guardando più di cento coppie fare sesso sul lettino della clinica di Masters. Se abbiamo avuto Sex and The City lo dobbiamo a loro, insomma.

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1 – Americans do it better. A parte nei famosi bar di Manhattan dove Carrie e co. si scambiano confidenze sui partner, può essere difficile parlare di sesso oggi. Figuratevi nel 1959 quanto poteva essere contento un primario di sapere che il suo ostetrico più stimato spia le prostitute per capire i segreti della sessualità femminile. Nel cuore dell’America puritana si studia per la prima volta il sesso come un fenomeno fisico naturale e complesso – maddai! – che può portare piacere indipendentemente dalla procreazione – perbacco! – e che le donne a volte fingono l’orgasmo a letto con il loro grasso e noioso marito ma sono in grado di eccitarsi guardando Chuck Bass in una limousine. Gente, eravamo negli anni ’50. Alcuni non riconoscono il diritto di fare sesso con chi si vuole quando si vuole oggi, figuriamoci allora.

2 – Lizzie Caplan. Per chi non se la ricordasse è la brunetta punk di Mean Girls. Proprio lei, irriconoscibile con la messa in piega e il rossetto scuro. Bellissima, emancipata e indipendente, Virginia è la donna alla quale tutte dovremmo ispirarci almeno una volta nella vita. Ha cresciuto due figli da sola, non ha alcuna fretta di trovarsi un uomo e senza un soldo o uno straccio di laurea si mette a studiare anatomia per partecipare al lavoro della sua vita. In tutto questo, ha una relazione focosa con uno dei vampiri di Twilight (Micheal Sheen) che qui veste i panni del dr. Masters in incognito. Applausi.

3- Ci ricorda quanto abbiamo conquistato. E quanto ancora dobbiamo conquistare. Nel contesto in cui è ambientata la serie l’omosessualità viene curata con l’elettroshock, le donne senza la fede non sono rispettabili, i neri lavorano per i bianchi e il massimo della soddisfazione che una moglie può avere è comprare un’aspirapolvere nuova e preparare un drink al marito quando torna dal lavoro. Il mondo è cambiato, è vero, ma alcuni stereotipi sono duri a morire.

4- L’ambientazione Sixties. Martini, gonne a ruota, cucine tirate a lucido, cene di gala e capelli cotonati: se già vi brillano gli occhi, è la serie che fa per voi. A parte i guantini e i fili di perle, vi farà innamorare dell’eleganza, del fascino retrò un po’ ingessato e un po’ misterioso degli anni ’60: vuoi mettere incontrare il tuo amante in hotel sotto falso nome con una ventiquattrore?

5- La Sigla. Non sto scherzando. Prendetevi questi 50 secondi e guardatela: dissacratoria, ironica, maliziosa: ecco, questo è Master of Sex.

6- Telefilm Confidential: vi sarà successo anche con Sex and The City di pensare “aaah ma allora non sono l’unica!” Al di là del romance fra i personaggi, i casi di studio sono interessanti. Molto interessanti. Tipo che alla prima puntata il dottore si chiede: “ma perché le donne fingono l’orgasmo?”

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A chi lo consiglio:

Alle amanti di Mad Men. E’ una specie di Sex and The City versione Pan Am.

Alle battagliere amanti di Betty Friedan e Simone de Beauvoir: qui è femminismo puro.

Alle workaholic che si sentono felici e appagate dal loro lavoro, dallo studio o semplicemente da un buon libro e sono stufe di sentirsi dire “ma perché non ti trovi un fidanzato?”

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A chi lo sconsiglio:

A chi guarda le serie sul divano con la mamma o con il fratellino di dodici anni. Masters of Sex non è mai volgare, ma sentire “periodo refrattario” quindici volte a puntata può essere un filo imbarazzate.

Se avete bisogno di sangue, cadaveri, inseguimenti: al massimo vedrete una scazzottata. E’ una serie per signorine chic.

Se vi ho messo abbastanza curiosità sappiate che la quarta stagione è appena iniziata, quindi avete abbastanza pane per i vostri dentini da binge-watchers. Io vi lascio il trailer e ovviamente vi aspetto qui per commentarla con voi: cinguettatemi a @beamanca e risponderò a tutte le vostre domande. Soprattutto se potete insegnarmi a fare la messa in piega come Libby Masters.

Un bacio e…Do it. For Science!

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