Girls è una serie tv dal nome scomodo perché ogni volta in cui lo digiti sul motore di ricerca ti ritrovi sommersa da centinaia di ragazze che hanno ben poco a che vedere con Hanna Horvath, Marnie Michaels, Jessa Johansson e Shoshanna Shapiro.
Si tratta decisamente di un prodotto non convenzionale, HBO, puntate che durano dai 20 ai 30 minuti e colei che ha creato e prodotto la serie è uno dei personaggi principali: così brava da non crederci.
Di cosa parla
Essere ragazze non è facile e soprattutto non è facile essere ragazze oggi.
Gli uomini capiscono la metà di quello che vorremmo capissero e se lo fanno di solito sono gay.
I genitori sono presenze fondamentali ma spesso sono troppo o troppo poco presenti e noi ci crediamo grandi mentre loro si ricordano di quello zaino Invicta sempre troppo pesante.
Noi, nonostante 2017 anni in cui ci diciamo che “l’unione fa la forza” e che è fondamentale guardarsi le spalle l’un l’altra, continuiamo a rubarci il fidanzato e a raccontare di noi senza pensare che l’altra abbia qualcosa da dire. Tutte abbiamo qualcosa da dire e, se ci ascoltassimo, probabilmente ci renderemmo conto che stiamo tutte dicendo la stessa cosa solo che con parole diverse.
I personaggi
Le protagoniste sono 4 e sono fortemente stereotipate.
Hanna scrive e non ha nessun problema a mostrarsi svestita: nel corso delle 6 stagioni andate in onda abbiamo visto più parti del suo corpo che del nostro. Ha disturbi vagamente ossessivi compulsivi e due genitori fin troppo libertini.
Marnie è uno dei personaggi più detestabili dell’intera serie: ha un obiettivo e ce lo fa capire ogni 4 fotogrammi.
Innamorata dell’amore, e di sé stessa, sbaglia tutto e poi si riprende per mano. Semmai doveste decidere di vederlo sappiate che la 5×04 è uno degli episodi più belli al mondo ed è riuscito a farmi amare Marnie o… Magita Perez.
Shoshanna è così intelligente da risultare fuori posto. E’ coraggiosa e parte, poi torna e poi parte di nuovo: quando le ragazze si smarriscono corre sempre a recuperarle.
Jessa ha un accento così convincente che renderebbe piacevole qualunque cosa. Forestiera della vita, conduce la sua esistenza un grammo alla volta. Nonostante si sia fumata tutto ciò che le sta intorno, è molto più umana di tante persone che vantano di avere tutti i neuroni perfettamente intatti.
Ovviamente ci sono anche dei ragazzi, e sono decisamente degni di nota, ma la serie si chiama Girls e ho deciso di scrivere un articolo che non è per nulla politically correct.
Perché vederlo
Girls non è una serie tv facile, soprattutto se la proponete ad amici e parenti durante il pranzo domenicale. Come tutte le cose ben fatte richiede pazienza e attenzione perché la linea tra “NO MA GIURO LO ADORO” e “mi sono fermata alla 2×03” è così sottile che spesso la si calpesta senza volerlo.
I riferimenti ad oggi
Non capita di rado che i protagonisti discutano dell’ultimo album di una serie tv o si incaponiscano sugli addominali di un attore particolarmente dotato. In parole povere, le Ragazze siamo noi.
I ragazzi
Magari non saranno Stephen Amell o Colton Haynes ma bisogna ammettere che noi non siamo Katie Cassidy o Willa Holland: sono esattamente come i nostri e si incasinano da soli, proprio come noi.
Questa canzone
E’ nella quinta stagione ma giuro che non contiene spoiler e che una volta sentita non potrete più farne a meno.
La totale assenza di body shaming

Effettivamente in questa seria manca proprio il concetto di “shame”…
Lena Dunham e l’empowerment

La Dunham, oltre ad essere parte della Squad di Taylor Swift, è una femminista convinta: motivo in più per adorarla.
A chi lo consiglio
- Sono una di quelle che da piccole giocava sia coi Lego che con le Barbie, aveva una cucina giocattolo (ad oggi faccio solo pasta al tonno) ma detestava Cicciobello e a Carnevale non mi sono mai mai mai vestita da Principessa.
Le distinzioni di genere non mi fanno impazzire ma la targettizzazione è necessaria: non penso che Girls sia un telefilm per cromosomi Y.
Se siete uomini e volete provare a capire come ragioniamo d’accordo ma sarà un po’ faticoso soprattutto perché nel 73,8% dei casi non ci capiamo nemmeno noi. - Se siete rimaste orfane di Sex And The City, Girls potrebbe essere un degno sostituto. Certo, i disturbi qui sono affrontati in quanto disturbi e non sempre c’è la leggerezza che caratterizzava SATC, le ragazze non sono trendsetter e i colpi di fortuna non arrivano praticamente mai ma un occhio attento vedrà sicuramente qualche analogia.
Se non vedete analogie vuol dire che son più miopie del solito: il problema non siete voi, sono io.
A chi lo sconsiglio
- Girls non va veloce, è come un giro da Tiger. Avete presente quella catena di negozi danesi in cui “entro solo per dare uno sguardo” e poi usciamo con tre pelapatate, delle paperelle da vasca da bagno ed un fischietto azzurro?
Quando c’è molta gente (sempre) bisogna stare al passo.
Si passa davanti a cose di cui non ci interessa assolutamente nulla, e lì si fa un po’ fatica, e poi si arriva al reparto cancelleria in cui si vorrebbero acquistare anche le gomme da cancellare a forma di arachide sebbene si sia allergiche alle noccioline.
Ci sono momenti in cui tutto funziona e altri in cui sembra quasi di essere fermi ma è impossibile uscire dal negozio a mani vuote. Girls è un’esperienza da cui si impara sicuramente qualcosa. - Le ragazze non hanno veli, né quando si svestono e né quando parlano. Se vi infastidiscono linguaggio ed atteggiamento decisamente coloriti, forse è il caso di ripensarci.
La mia relazione con Girls è stata piuttosto altalenante ma, dopo aver visto la sesta ed ultima stagione, posso dire di essere innamorata.
Vi lascio con un dietro le quinte della prima stagione nel caso in cui non l’aveste ancora vista!
2 pensieri su “Perché vedere: Girls”