Perché vedere Penny Dreadful

Perché vedere: Penny Dreadful

Una delle gioie invernali è restare acciambellati sul divano facendo binge-watching l’intero weekend, mentre fuori gli altri si ostinano a perseguire forme di socialità nonostante le intemperie. Beati loro. Se questo autunno volete veramente volare altissimo non potete non recuperarvi Penny Dreadful, gioiellino di Showtime e Netflix osannato dalla critica e concluso – ahinoi – con la terza stagione. Il titolo allude a quelle pubblicazione economiche di racconti dell’orrore (da un penny) tanto in voga nel 19 secolo. Infatti siamo a Londra alla fine dell’800: fra il fumo delle fabbriche e le sale da ballo, nelle notti brumose della City si incontrano le più popolari e misteriose creature della letteratura inglese, dal dr. Frankestein e la sua creatura a Dorian Gray, passando per streghe, vampiri e chi più ne ha più ne metta. Penny Dreadful è quindi a metà fra un horror sofisticato e il period drama più raffinato: un po’ come prendere il tè delle cinque con Dorian Gray guardando L’Esorcista. Tranquilli: se riesco a vederlo io, che ho problemi con l’episodio di Halloween dei Simpson, non avete niente da temere. Il rischio era che diventasse un horror un po’ splatter di nicchia, invece PD si è conquistato l’amore sviscerato dei fan e le lodi della critica: vi spiego perché.

 

1. EVA GREEN

Fulcro della vicenda è la tormentata sensitiva Vanessa Ives, divisa fra il mondo reale e il ‘demimonde’ delle creature notturne. L’avrete già vista in 007-Spectre e in The Dreamers di Bertolucci: Eva Green, che già di per sé è splendida, qui è in forma stratosferica. John Logan ha creato per lei un personaggio affascinante, misterioso, seducente che le calza a pennello: dopo ogni episodio vi ritroverete a voler disperatamente parlare in inglese per riprodurre il suo splendido accento. Il fatto che non le abbiano ancora dato un Emmy dimostra che il mondo sia ingiusto.

 

2. Il cast

Se i personaggi sono in gran parte mostri, gli attori sono mostri di bravura. Oltre che dei gran manzi, ma ci arriviamo dopo. I monologhi di mostri sacri della recitazione come Helen McCroy, Billie Piper e Rory Kinnear vi faranno venire i brividi, giuro. Per il gentil pubblico femminile sono stati ingaggiati Josh Hartnett e Harry Treadaway, nonchè Reeve Carney, che se ci avete fatto caso è il bellimbusto con cui si struscia la Swift nel video di “I Knew You Were Trouble”. Infatti, lo hanno scelto per Dorian Gray.
Taylor knows better.

 

3. Le citazioni letterarie

Dal dandy Dorian Gray ai versi di John Clare, da Mary P. Shelley a Tennyson: non solo adorerete scoprire quanti personaggi di libri si nascondono a Londra, ma tutta la sceneggiatura è un mosaico di citazioni – dirette o indirette – dei migliori versi anglosassoni. I dialoghi sono da antologia. Poesia, poesia, e ancora poesia. La serie è scritta bene e sceneggiata meglio (Marlene, mi senti?)
Per intenderci: i personaggi di Once Upon a Time sono un po’ degli archetipi, fissano le caratteristiche dell’immaginario comune (a volte virando un po’ troppo all’effetto cosplay) mentre in PD i personaggi sono lontanissimi dallo stereotipo cinematografico, completamente autentici. Vedere (almeno il pilot) per credere.

 

4. God save the Freaks

Fra dottori pazzi e creature diaboliche, uno dei grandi temi della serie è la diversità e la solitudine: anche i mostri hanno un cuore. E poi siamo sicuri sicuri che non si nasconda un mostro dentro ognuno di noi insospettabili umani? 
PD affronta tutto questo – la vita, la morte, la sofferenza, la solitudine – in modo magistrale, con estrema sensibilità: vi farà commuovere e vi scalderà il cuore.

 

5. Le passioni

Più che di ship Penny Dreadful è pieno di amori – fugaci, platonici, passionali, distruttivi o non corrisposti. Gli inglesi – dai tempi di Shakespeare in poi – hanno imparato che una storia d’amore rende meglio se è breve tragica e passionale, il lieto fine è roba vecchia, volgare. Vi si accapponerà la pelle, fremerete, e poi vi si spezzerà il cuore. Mai una gioia level: Vanessa Ives. In tutto questo, la vostra vita amorosa vi sembrerà meravigliosa.

 

6. Eva Green

L’ho già detto?

 

7. Girl Power

“Femminista” è un aggettivo abusato e pericoloso: ma PD è pieno di figure femminili forti, fiere e indipendenti. Nel bene o nel male, dalle streghe alle prostitute riscattate, dalla dottoressa Seward alla sanguinaria Lily, le protagoniste femminili hanno scelto di vivere la propria vita lontane dalle convenzioni sociali, senza un uomo al loro fianco, sia che si tratti di andare ad un ballo, di combattere il male o di sterminare la razza umana. Applausi.

 

8. Il visual

Ammettiamolo: lo sfarzo dei secoli andati abbaglia un po’ tutte. Penny Dreadful ricrea magistralmente i fasti e le miserie dell’epoca vittoriana grazie ai costumi di Gabriella Pescucci e alle musiche di Abel Korzeniowski, che aveva già scritto la colonna sonora di W.E., della poliedrica Madonna e di Romeo and Juliet, nella versione più recente con Chuck Bass (Ed Westwick) nel ruolo di Tebaldo. Come ho già detto, tutto torna.

 

A chi lo consiglio

  • A chi campa a pane e libri. Fra Bram Stoker, Oscar Wilde, Mary Shelley e tutta una schiera di poeti inglesi di fine ‘800, volerete altissimo.
  • Se la vostra serata tipo è film dell’horror e cinese take away, e Halloween è la vostra festa preferita, è il telefilm che fa per voi.
  • Ai fan dei corsetti, delle sale da ballo, delle carrozze e dei violini: la scenografia nel suo complesso (trucco, parrucco, costumi e visual) è un quadro. Correrete a comprarvi un cappellino con veletta e un paio di guanti.

 

A chi lo sconsiglio

  • A chi guarda Pretty Little Liars o Scream Queens con la luce accesa. Qui si infarta davvero.
  • A chi vuole disperatamente l’happy ending collettivo con nozze, arcobaleni, unicorni e petali di rose. Cuori spezzati dietro l’angolo.

Come vi dicevo, la serie è terminata con la terza stagione: la buona notizia è che non verrete consumati dall’ansia da next episode e potete farvi la scorpacciata in una settimana o poco più. 
Se anche voi siete Dreadfuls in crisi di astinenza, o se deciderete di cominciarlo fatemi sapere cosa ne pensate, chi shippate, chi amate e chi odiate. Benvenuti nel demimonde!

-Beatrice Manca

 

 

Grazie mille alla pagina Penny Dreadful – Italia per la condivisione!

2 pensieri su “Perché vedere: Penny Dreadful

  1. Semplicemente un capolavoro. Ho finito da pochi giorni la full immersion su Netflix delle tre stagioni e vorrei non averlo mai visto per poterlo scoprire di nuovo per la prima volta…
    E’ difficile trovare delle serie fatte così bene da capo a piedi: fotografia, costumi, ambientazione, costruzione della trama, ritmo, personaggi, dialoghi MAI e dico MAI banali…
    Da Eva Green ero già rimasta folgorata dai tempi di The Dreamers, ma qui, ragazzi, siamo al non plus ultra: impossibile trovare un difetto alla sua bellezza perfetta e ancor più alla sua recitazione. Stima profonda e chapeau!

  2. Indubbiamente la serie più bella degli anni ’10, peccato solo per il finale, struggente ma un pò affrettato, con una stagione in più sarebbe stato un vero e proprio capolavoro. Complimenti all’autrice.

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