Ricordo ancora la prima volta che ascoltai la voce di Amy.
Ero appena entrato nella macchina di un amico di mia madre e in mezzo al casino di cose che normalmente si trova tra i sedili posteriori c’era una versione economica di Frank. Essendo una versione economica, il booklet non era previsto. Tutto quello che avevo tra le mani, quindi, era una ragazza con una maglietta rosa see-through con al guinzaglio due cani, una tracklist e un nome che sarebbe rimasto con me per molto tempo.
Ricordo di essere rimasto colpito dallo stile di Amy prima ancora che dalla sua voce, anche perché non ero convinto che l’avrei sentita all’interno dell’abitacolo all’accensione della macchina.
Invece, una volta in moto, accadde proprio quello che non immaginavo.
Stronger Than Me fu la prima canzone che ascoltai.
Tornato a casa iniziai a fare tutte le ricerche necessarie per conoscere il background di Amy.
Back to Black era il suo secondo studio album ed io non potevo credere di avere così tanto materiale tra le mani alla prima ricerca. Notai subito che lo stile era completamente diverso, maturo, sfacciato, come anche la sua voce. La sentivo diversa, più presente, più vera, con delle sfumature che prima non ero riuscito a decifrare. Anche i testi avevano preso una direzione totalmente diversa; scriveva in bianco e nero e trasformava in colori quello che cantava.
Iniziai ad appassionarmi sempre di più al personaggio che si era creata e non riuscivo a capacitarmi del fatto che una ragazza così fisicamente piccola potesse avere una voce così grande.
Ho da subito imparato a considerare le critiche negative mosse sul suo conto come fumo negli occhi di chi non vuol vedere cosa ha realmente davanti; un talento del genere non poteva essere messo in un angolo per far spazio ad un comportamento considerato da molti anormale.
Tramite quelle stesse critiche, capii che l’anima di Amy era troppo fragile per un’industria spietata come quella musicale. La sua voce era forte abbastanza ma sentivo che tutto il resto non avrebbe retto a lungo. Amy voleva essere conosciuta per quello che creava ma, allo stesso tempo, non voleva essere riconosciuta.
Se con Frank riuscì nel suo intento, con Back to Black accadde il contrario. Rehab, il primo singolo estratto, segnò ufficialmente la sua ascesa al successo ma, allo stesso tempo, il suo stile di vita, la sua vita privata, divennero più importanti della sua voce e, al giorno d’oggi, questo è ciò che rende un cantante un personaggio famoso.
Con la crescita del successo, crebbero, più forti che mai, anche le sue insicurezze. Amy aveva bisogno di dipendere da qualcosa, da qualcuno. Quello che si stava creando intorno a lei era più grande di quello che molto probabilmente, un giorno, sarebbe diventata. Si stava trasformando in qualcosa di più grande della sua stessa voce. E la sua voce era tutto quello che pensava di possedere.
La dipendenza è stata per lei una malattia che progressivamente l’ha buttata a terra. E per tutti questi anni mi sono chiesto: come si può incolpare un comportamento del genere quando tutti noi, indistintamente, dipendiamo da qualcosa? Tutti arriviamo ad un punto della nostra vita nel quale sentiamo il bisogno di affidare una parte di noi a qualcun altro. Tutti cerchiamo quello che non possediamo negli occhi di un’altra persona.
Questo comportamento riesce a darti il mondo ma a sottrarti l’universo.
A soli 27 anni, il 23 Luglio 2011, a Londra, moriva Amy Winehouse.
Ho deciso di non scrivere i dettagli riguardanti la morte come ho deciso di non scrivere tutto ciò che è stato detto negli anni. Ho deciso anche di non elencare i motivi per i quali non ci dimenticheremo di lei ma, piuttosto, vorrei lasciarvi con una lista di tutte le cose che sono state pubblicate dopo la sua morte. Tutto ciò che resterà con noi, oltre le emozioni nella sua voce.
– Lioness: Hidden Treasures
Il terzo studio album di inediti, pubblicato il 5 Dicembre 2011, contiene anche delle demo rimaste inedite fino ad allora.
L’album venne preceduto dalla pubblicazione di un video, Amy Winehouse – Hidden Treasures Story, sul canale Vevo dell’artista nel quale i produttori, Salaam Remi e Mark Ronson, che avevano collaborato anche alla produzione dei progetti precedenti, descrivono il processo di registrazione dell’album.
– Amy Winehouse at The BBC
Un box-set live pubblicato il 19 Novembre 2012 composto da 4 DVD.
– Amy, My Daughter
Una biografia scritta dal padre, Mitch Winehouse, pubblicata sempre nel 2012.
Il ricavato delle vendite del libro è andato in beneficenza alla Amy Winehouse Foundation. Per il resto, preferirei non commentare il ruolo di “padre” svolto da Mitch.
– Amy: The Girl Behind the Name
Un film documentario presentato il 16 Maggio 2015 al Film Festival di Cannes diretto dal regista inglese Asif Kapadia.
– Before Frank
Un libro di foto inedite di Amy che il fotografo Charles Moriarty ha deciso di pubblicare recentemente.
Oggi, sono passati 5 anni dalla sua morte, e ancora in molti faticano a capire che per Amy l’amore era la droga più forte del mondo.
Nic.
P. s. Un ringraziamento speciale a Amy Winehouse Italia per la condivisione!
Segui questa donna e tutto ciò che fatto è che ha lasciato e come una droga insinuando pian piano è entrata nelle mie note ed è così forte la sua dolce e cosi forte impronta che non riesce più ad uscire. 27 anni di musica,la tua vita, x sempre.
Era davvero una splendida artista…