Concerto Beyoncé

#FormationWorldTourMilan – receMsione

Con voi sono sempre stata sincera e, proprio per questo, mi sento di confessarvi che io al FormationWorldTour di Beyoncé non ci volevo andare.
Ellie Goulding, Halsey, Adele, i Mumford&Sons, Rihanna e i The Lumineers il novembre prossimo, mi avevano fatto desistere dall’acquistare il biglietto per quello che, insieme ad Adele, si è dimostrato essere il concerto migliore di sempre.

Dopo un week end di pazzia, caratterizzato dalla militanza in tutti in gruppi dei BeyHive e da relazioni fugaci suggellate dal temibile “Ti scrivo in pvt”, troviamo i biglietti su gentile consiglio di chi s’è visto riempire la bacheca da post nostri e s’è sentito in dovere di sottrarre parenti e amici dalla tortura: contro ogni previsione, entriamo a San Siro.

 

Il clima

Formation Milan

A San Siro fa veramente caldo. “È luglio, fa caldo per forza”, direte voi. Invece no perché mercoledì scorso c’erano 20gradi ed il 90% di possibilità di prendere una di quelle influenze che “ciao estate sei carina ma ti friendzono perché ho 39 di febbre”.
Non appena il monolito tutto schermi si accende i ragazzi accanto a noi impazziscono e la mia vicina di posto continua a cercare il lato lungo del foglio di plastica per la fan action perché “ma dai amore, lo sanno tutti che i quadrati non hanno il lato lungo”.
Si trattava di un rettangolo ma per un attimo la geometra ha convinto anche me.
Guardiamo incantati il palcoscenico pur non sapendo che una parte della passerella è costituita da un nastro trasportatore e che l’altra, verso fine serata, si trasformerà in una piscina.

La fan action

Fan Action

Mi sono scoperta ad immaginare che, se l’avessi ideata io, come minimo avrei sbagliato a scrivere “fromation”: io ero uno dei fogli gialli accanto alla “m”.
Magia.

 

Le canzoni

Beyoncé Setlist Stadio San Siro, Milan, Italy 2016, The Formation World Tour

Setlist più che dignitosa e capace di riempire 2h e 10 di magie, Beyoncé è l’unica al mondo a potersi permettere i fuochi d’artificio alla terza canzone: sa tenere il palco e, con una voce così, potrebbe permettersi di reggerlo tranquillamente sulla punta del microfono.

Io non so se ve l’ho mai detto ma ho la pronuncia un po’ difettosa, nel senso che quando prenoto per telefono so già che il cameriere si sarà sbagliato e che troverò un tavolo a nome Magda: immaginatevi la gioia di poter cantare Runnin‘ insieme a Beyoncé, a San Siro, quando si ha la “R” moscia.

Le canzoni a cappella

Mentre il monolite super schermo si monta e smonta come un Lego, Beyoncé si diletta nell’esecuzione di brani cult mettendoci sempre più a dura prova perché, come noto, lei è Beyoncé e noi no.
Durante Love on Top il pubblico sale, sale e sale (perché non abbiamo il microfono e non ci stanno ascoltando 50mila persone) e lei per un secondo si ferma.
Si ferma ma poi ci asfalta e raggiunge note mai scoperte prima perché, come già detto, lei è Beyoncé e noi no.

 

Le canzoni in piscina

 

Qui abbiamo capito che non saremmo più tornati indietro, abbiamo capito che una cosa simile non l’avremmo più vista.
Nel video c’è Freedom ma quand’è partita Survivor, quando ci hanno ricordato che nonostante tutto ce l’avevamo fatta, abbiamo tutti cominciato a seguire Beyoncé che agitava il pugno sinistro al cielo.
L’abbiamo seguita tutti tranne la mia vicina di posto che si è messa a menar colpi con il destro e a quel punto, al secondo pugno evitato, ho smesso di preoccuparmi di cantare con la “r” moscia.

 

Thank you for having us

Queen Bey ringrazia il pubblico ancora prima di averne motivo, lei e le sue adepte conquistano San Siro con il solo ausilio di completini intimi d’adamantio ed una carica tipica di chi non conosce “l’armiamoci e partite”: la Queen usa sempre il plurale, c’è e ringrazia.
Lei c’è e canta e balla e si cambia ma anche quando si cambia tu sai che c’è perché ci metterà pochissimo e, tra un attimo, saremo tutti lì a perdere le corde vocali, insieme, di nuovo.

R _ _ _ _ _ A non farò il tuo nome ma… Capirai.

 

Grazie

Grazie ai ragazzi che domenica hanno allestito lo stadio.
Grazie a Jennifer e a Giuseppe per avermi salvato il concerto.

Grazie ad Ilaria, Gaia e Silvia per le ore di supporto morale telematico.

Grazie ad Andrea e Rossella perché io lunedì pomeriggio avevo un esame e loro c’erano e poi c’erano anche da Beyoncé e in pratica ci sono sempre.

Grazie ad Eleonora e Andrea per il loro primo listicle.

Grazie a Sara e a Benedetta per averci riportate a casa sane e salve e grazie a Sara e Benedetta per non avermi tolta dagli amici di Facebook nonostante non le avessi ringraziate nella prima versione. 

Grazie a Beyoncé che, sebbene ne ho sempre avuto la certezza, mi ha dato conferma che un body da solo non vale nulla ma, se i body cominciano ad essere cinque, dieci o cento, possiamo davvero cambiare le cose.

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