AntiWorldTour

#ANTIworldtourMilan – receMsione

Era il 2011 quando abbiamo visto il Loud Tour, abbiamo sentito i palazzetti ruggire sulle note di Shut up and Drive e li abbiamo fatti crollare durante We found love: l’unica cosa ad essere crollata il 13 luglio sono state gambe e nervi dopo freddo ed una vita d’attesa.
Non credete a chi “è stato deludente ma…
E’ stato deludente. Punto.

IL RITARDO

Premesso: io non sono mai, mai puntuale.
Che si tratti del tuo compleanno o della mia festa di laurea, è scientificamente provato che mi presenterò con almeno 5 minuti di ritardo ma di sicuro accamperò giustificazioni pazzesche del tipo “stavo riasfaltando la cameretta” oppure “stavo guardando la fine de La Signora in giallo”. Di certo non arrivo diretta cantando Stay dopo un’intro lunga un quarto d’ora.
DJ Mustard ha sforato di parecchio, Big Sean lo stesso e la regina delle Barbados, il cui ingresso era previsto per le 21.30, si è palesata alle 22.20 senza nemmeno una parola di scuse.
Fradici nel parterre e sugli spalti si provavano esperimenti di criogenia ma cazzotene sei Rihanna e appena twerki svengono in 174.

 

IL PALCO

Dopo anni ed anni di concerti visti qualcosa l’ho imparato: per arrivare al pubblico devi rompere la quarta parete (credo che prima di me l’abbia detto anche Stanislavskij ma non abbiamo fonti certe).
Rihanna invece di rompere la quarta parete tira su due muri ai lati del palco, dipinge tutto di bianco e veste di bianco pure la band, in pratica non s’è visto nulla e s’è sentito ancor meno.

 

LA SCALETTA

Ok fare una ventina di canzoni ma per fare una ventina di canzoni devi fare una ventina di canzoni.
Mi spiego meglio.
Se canto “Desperado like a monster fourfiveseconds”, non si tratta di 3 brani ma ho fatto un mash up della durata di 40 secondi.
Se canto Man Down a velocità triplicata e poi dico Rude Boy per 2 volte in coda al pezzo, non ho cantato sia l’una che l’altra, soprattutto perché in realtà non ho cantato proprio poiché, ad ogni acuto, dirigevo il microfono verso i fan chiedendo a loro di terminare la frase.
In parole povere, al concerto di Rihanna abbiamo cantato più noi che Rihanna.

 

WINTER IS COMING

Sarà che a Milano faceva freddo e che le nostre vicine di concerto avevano una coperta termica ma l’artista è stata glaciale, nemmeno fossimo a Grande Inverno.
Non parla col pubblico, oppure sì ma tanto non si sentiva, non entra in contatto col pubblico e, quando ci prova, resta sospesa parecchi metri da terra sopra una piattaforma e trasparente e sculetta sul naso di chi ha preso il prato gold, una dea che non può permettersi di stare allo stesso livello di noi mortali.
Se vuoi arrivare devi muoverti o, in alternativa, devi smuovere.
Non è stato il suo caso.

 

LA TESI DI MARTA

Quello che penso, e già so che sarò impopolare perché per quanto possa sembrare impossibile, io non sono Rihanna, è che un concerto come quello di ieri smonti anni ed anni di battaglie, battaglie di donne che hanno rivoluzionato la musica a suon di reggiseni a cono e abitini con la Union Jack.
Rihanna è bella ma non balla.
Rihanna è bella ma non canta.
Rihanna è bella e basta.
E ciò che più mi ha fatto rabbia è che, se solo avesse voluto, se solo si fosse affidata ad un briciolo di playback in meno, se solo avesse provato una coreografia anche solo per sbaglio, avrebbe potuto donarci uno degli spettacoli migliori di sempre poiché il talento e la voce non le mancano.
Se non hai voglia di fare qualcosa non provarci nemmeno, non bastano i mezzi sorrisi e i saluti raffazzonati. Impegnati e rubaci il cuore, con i pezzi che hai in repertorio non dovresti metterci molto.
Hai tutte le capacità per farlo, regalaci un punto di fuga e non solo della… della… non c’è nemmeno bisogno che ve lo scriva.

 

LE COSE BELLE

Ieri ha diluviato malissimo ed io avevo le rane nelle scarpe, ho passato 3h scalza con una cerata sotto i piedi e le buste dei biglietti nelle scarpe cosicché assorbissero l’umidità, non mi è piaciuto per davvero ma almeno ho qualcosa da raccontare.
La bimba davanti a me, una cucciola di 8 anni e mezzo, mi ha predetto un’influenza senza precedenti ma sembra che fino ad ora io sia ancora viva: se passo indenne il week end prometto che ti ringrazio.
Grazie ad Andrea che ho conosciuto ieri ma mi sa che gli voglio già un po’ bene.
Grazie a Davide per aver twerkato meglio di Rihanna.
Grazie ad Eleonora e Nicolas, le uniche persone al mondo capaci di farmi correre per prendere la metropolitana.
Beyoncé mi ha chiesto di ringraziare RiRi: mi sa che ho capito perché.

5 pensieri su “#ANTIworldtourMilan – receMsione

  1. Marta ….avviserò la cucciola Daria delusa da una delle sue star preferite che stai bene e non sei affatto raffreddata!
    Le mie care due pupette da questo concerto hanno capito che:
    1) preferiscono i maschi cantanti alle femmine (anche se all’uscita vedono la pubblicità dei prossimi concerti di Elisa e mi chiedono di prendere i biglietti)
    2) puoi conoscere gente simpatica come voi tre
    3) è sempre meglio portare almeno l’infradito di scorta!

    Leggerò volentieri questa pagina….magari un giorno una tua futura figlia farà lo stesso con la pagina della mia Marta!
    Ciao!
    Deborah

    1. Confermo ora più che mai: siete state decisamente una cosa bella.
      Grazie mille a tutte e tre, avete reso più leggera l’attesa!
      Un bacione (senza microbi) a Daria ed uno a Marta che ieri sera si è conquistata una fan tutta sua! 🙂

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